Gli Stati Uniti manterranno il loro sostegno all'aggressione dell'Arabia Saudita contro lo Yemen


"Ovviamente, stiamo ricevendo pressioni per ritirarci dal conflitto o interrompere il nostro sostegno alla coalizione, ma sono pressioni alle quali ci opponiamo con forza come Amministrazione", ha dichiarato oggi il vice segretario USA per il Golfo Persico, Timothy Lenderking , nel Security Forum degli Emirati Arabi Uniti tenutosi ad Abu Dhabi.

Il Rappresentante degli Stati Uniti ha promesso continuità nel sostegno di Washington all'aggressione di Riad e dei suoi alleati in Yemen dopo il voto del Senato, all'inizio di dicembre a favore di una risoluzione per porre fine al sostegno militare degli USA, compreso il commercio di armi e lo scambio di informazioni con la coalizione, che ha iniziato la sua campagna di guerra nel marzo 2015.

La decisione della Casa Bianca è stata annunciata nonostante la forte critiche internazionali della brutalità della campagna militare e l'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, commesso il 2 ottobre presso il consolato del regno arabo a Istanbul da agenti sauditi legati al principe ereditario Muhammad bin Salman.

L'alto funzionario degli Stati Uniti ha sottolineato la che il governo del presidente Donald Trump ritiene necessarie sostenere la coalizione saudita, quindi, "qualsiasi interruzione del nostro sostegno invierebbe un messaggio sbagliato."

Dopo lo scoppio del caso Khashoggi, gli Stati Uniti hanno bloccato, lo scorso mese, i rifornimenti di carburante degli aeromobili della coalizione, che con i loro attacchi aerei indiscriminati hanno ucciso migliaia di civili nello Yemen.

Per quanto riguarda i colloqui di pace sullo Yemen sponsorizzati dalle Nazioni Unite (ONU) in Svezia, Lenderking ha sottolineato che "Stati Uniti sono alla ricerca di uno Yemen stabile e unificato per promuovere la stabilità regionale e globale ", un apprezzamento è ben lungi dall'essere reale, dal momento che Washington è un giocatore chiave nell'aggressione saudita, ha affermato, a inizio novembre, il portavoce yemenita movimento popolare Ansarollah, Muhamad Abdel Salam.

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa