Per Salvini "un baluardo di democrazia". Il regime di Israele uccide Ahmed Abu Abed (4 anni)


Aveva quattro Ahmed Abu Abed, e li avrà per sempre. La sua vita è stata fermata dal terrorismo dei tiratori scelti israeliani che gli hanno sparato colpendolo in faccia e sul petto il 7 dicembre.

Non è morto subito, mentre con la sua famiglia era al border a est di Khan Younis nella marcia pacifica - senza neanche più gli aquiloni con la coda fiammante - per rivendicare il diritto al rispetto delle Risoluzioni Onu che Israele calpesta.

Pochi lo sapranno, perché la morte di un bambino palestinese non è come quella di un bambino israeliano, né come quella di un bambino italiano ebreo. Chi ricorda i nomi dei tanti piccoli, alcuni addirittura di pochi mesi, uccisi "gratuitamente" da Israele? non è una domanda alla quale chiediamo risposta, la risposta la conosciamo già: nessuno o quasi.



Ma in Italia tutti ricordiamo la morte, peraltro accidentale, di un piccolo ebreo di due anni, di nome Stefano, morto in un riprovevole attacco terroristico nel lontano 1982, attacco che CONDANNAMMO e CONDANNIAMO, alla sinagoga di Roma. Al piccolo Stefano Taché è stata elevata una stele dall'allora sindaco Veltroni, su cui è scritto che fu ucciso dall'odio antisemita.

Non crediamo fosse odio antisemita ma odio verso uno Stato che si definisce Stato degli ebrei di tutto il mondo, quindi anche degli ebrei italiani.



Era comunque un attentato riprovevole e seguitiamo a condannarlo. Ma chiediamo: chi, delle tante brave persone commosse da quella morte ingiusta, condanna gli omicidi a freddo e "gratuiti" che uno Stato canaglia seguita a commissionare al suo esercito di occupazione da oltre 70 anni?

Anche qui non chiediamo risposta, la conosciamo già. Molte di quelle brave persone spostano l'obiettivo e attribuiscono la colpa addirittura alla vittima e alla sua famiglia. Perché stava là? che non lo sapevano che gli sniper sparano? Questo si sente dire se si prova ad accendere una riflessione tra la cosiddetta "gente comune". Quella che plaude alle uscite razziste e spaventosamente ignoranti di Salvini, ma, purtroppo, non solo quella. Purtroppo anche chi non ha ancora capito cosa significa essere assediati da uno Stato che seguita a godere dell'aggettivo di democratico dice qualcosa di simile.

E' L'ACCETTAZIONE DEL MALE COME DATO DI FATTO.

E' lo stesso meccanismo che davanti allo stupro di una ragazza "un po' troppo appariscente" fa dire a tante persone non violente e perbene che "se l'è cercata".



E', purtroppo, una delle tante forme di quella "banalità del male" che Hannah Arendt seppe magistralmente individuare e spiegare rispetto al'accettazione del nazismo da parte di persone non malvagie ma semplicemente acquiescenti.

Poi c'è anche un altro modo per deviare l'attenzione, ed è quello di spostare il discorso sulle tante stragi e i tanti bambini uccisi nel mondo. Certo, la pietà non può fermarsi a un solo spicchio del pianeta. Questo è verissimo, ma il focus del discorso è altro e, mentre facciamo il nostro dovere di segnalare quello che la stampa main stream non segnala, siamo ben consci del fatto che nessun crimine può coprirne un altro. E siamo anche consci di cosa significa governare il mondo dell'informazione per governare il mondo tout court. Per questo l'uccisione di un bimbo di 4 anni, uccisione "gratuita" da parte di assedianti armati e fuorilegge, per di più in un giorno che ricorda la Dichiarazione universale dei diritti umani, ci sembra debba essere denunciata a voce alta, per quanto alta può essere la voce di un giornale indipendente on line. Anche se è solo "un" bambino tra i tanti poveri bambini che vengono uccisi da armi, malattie e fame nel mondo. Non li dimentichiamo ma non vogliamo neanche dimenticare Abu Abed, al quale nessun Veltroni innalzerà una stele per ricordare che è stato ucciso dall'odio semita antipalestinese.




Patrizia Cecconi

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