Il Regno Unito riconosce che Assad resterà al potere in Siria


"La posizione britannica, di vecchia data, è che non ci sarà pace duratura in Siria con quel regime (il governo siriano, presieduto da Al-Assad), ma sfortunatamente crediamo che sarà lì per un po'", ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt a Sky News.

Hunt ha collegato la permanenza del presidente siriano al potere al sostegno fornito dalla Russia, ricordando però a Mosca che ora avendo una "sfera di influenza" nel paese arabo, ha la responsabilità di riportare la pace lì.

Il cancelliere britannico ha nuovamente accusato Damasco del presunto uso di armi chimiche contro le aree nelle mani dei "ribelli", e ha chiesto alla Russia di assicurare che il governo di Al-Assad non possegga questo tipo di armamenti. Sia la Siria che la Russia hanno sempre respinto queste accuse come complotto e preludio per portare a termine un attacco al paese arabo.

Hunt ha fatto queste affermazioni in un momento in cui il governo siriano ha già rafforzato il suo potere dopo aver strappato la maggior parte dei territori occupati ai gruppi armati e terroristici.

Il Regno Unito è stato tra i paesi che dall'inizio della crisi in Siria (2011) non ha smesso di sostenere il rovesciamento di Al-Assad, mettendo in dubbio la legittimità del suo governo.

Il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato un articolo domenica scorsa nel quale ha evidenziato che il 2018 è stato segnato come l'anno della "vittoria definitiva" di Assad, riferendosi a diversi eventi, tra cui il processo di normalizzazione dei legami diplomatici avviati da diversi stati della Lega Araba, compresi gli Emirati Arabi Uniti (EAU), che non mantengono tali relazioni con Damasco dal 2011 nell'ambito di una campagna di pressione multinazionale contro il presidente siriano.

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