La Cina offre all'Iran 3 miliardi di dollari per il petrolio. Italia e Grecia frenano gli acquisti di greggio iraniano


Fonti vicine al caso hanno spiegato che China Petroleum & Chemical Corporation (Sinopec) - che è una delle più grandi compagnie statali del Paese asiatico - sta per firmare un accordo del valore di tre miliardi di dollari per realizzare e ulteriormente sviluppare un giacimento della Compagnia petrolifera iraniana, senza rivelarne il nome o la posizione.

La misura rientra nell'esenzione temporanea delle sanzioni all'Iran, imposte dagli Stati Uniti, e mentre l'Italia e la Grecia frenano gli acquisti di greggio iraniano temendo difficoltà nelle transazioni finanziarie, hanno aggiunto le fonti, citate ieri dal quotidiano statunitense The Wall Street Journal.

Sinopec, aggiungono le fonti, ha già informato i rispettivi governi e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti della loro intenzione di siglare nuovi patti con l'Iran.

Le fonti consultate sottolineano che la gigantesca compagnia cinese è sicura che non sarà soggetta a sanzioni da parte di Washington per mantenere e approfondire i legami con il paese persiano.

L'amministrazione statunitense, presieduta dal repubblicano Donald Trump, ha iniziato il 5 novembre scorso l'applicazione del secondo turno di sanzioni contro l'Iran, che ha colpito il settore del petrolio e del gas e la Banca centrale del paese.

Ciò è accaduto dopo l'uscita unilaterale di Washington dall'accordo nucleare, noto come piano globale di azione comune (PIAC o JCPOA).

Quali sono gli otto paesi che possono continuare ad acquistare greggio iraniano?

Nonostante l'obiettivo di Washington di "azzerare" l'esportazione di petrolio iraniano, ci sono eccezioni: otto paesi che non saranno soggetti, per ora, alle sanzioni che impediscono di fare affari con l'Iran, compreso l'acquisto di petrolio, e cioè: Cina, Corea del Sud, Grecia, India, Italia, Giappone, Taiwan e Turchia.

Molti di quei paesi che godono dei privilegi sono i maggiori consumatori di petrolio dell'Iran.

La Casa Bianca sta cercando che i governi dei suddetti Stati adattino i loro piani di acquisto di petrolio a nuove fonti per chiudere le entrate dell'Iran, tuttavia, il paese è uno dei maggiori produttori ed esportatori di greggio, fattore difficile da ignorare.

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