Militari disertori del Venezuela denunciano di essere stati abbandonati dal governo colombiano e da Juan Guaidó

Il golpisti in Venezuela prevedevano di conquistare il sostegno delle forze armate. Anche attraverso il denaro. Non è andata così, visto che i militari della FANB sono rimasti fedeli al legittimo presidente Maduro e alla Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Ma vi sono dei militari passati dalla parte dei golpisti, adesso bloccati in Colombia, che reclamano reclamano un intervento da parte di Juan Guaidó, l’autoproclamato presidente incaricato del Venezuela che riceve direttamente da Washington gli ordini su come muoversi. Guaidó aveva offerto loro, secondo quanto denunciano, 20 mila dollari statunitensi ed assistenza.

Il gruppo di disertori militari venezuelani fuggiti in Colombia il 23 febbraio, hanno denunciato l'abbandono da parte delle autorità colombiane e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che ha dato loro un massimo di quattro giorni per ritirarsi dal rifugio dove vivono nella zona di confine.

«Siamo alla deriva, non abbiamo il sostegno di nessuno, vogliamo che Juan Guaidó ci metta la faccia», ha dichiarato l’ex sergente dell'esercito venezuelano, Luis González Hernández, che si è fatto portavoce del gruppo.

Secondo Gonzalez Hernandez, è stata chiesta l'evacuazione del rifugio preparato dalle autorità colombiane nel comune di Villa del Rosario, nella città di confine di Cúcuta. In cambio, hanno offerto 350.000 pesos colombiani, un materasso e una coperta per ciascuno, ha detto.

«La maggior parte di noi non ha parenti in Colombia, siamo stati il capofamiglia delle nostre famiglie in Venezuela e ora siamo qui senza far nulla», ha lamentato l'ex ufficiale militare.

Nelle settimane precedenti al 23 febbraio, data fissata dalla destra venezuelana per l’ingresso del presunto ‘aiuto umanitario’, il deputato Juan Guaidó e diversi portavoce del governo degli Stati Uniti (USA) hanno esortato i membri della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) a disconoscere i propri comandanti e disertare verso la Colombia. Dove poi sarebbero rientrati in Venezuela insieme agli aiuti umanitari. Come sappiamo, il piano dei golpisti è fallito. Grazie alla resistenza opposta dall’unione civico-militare in Venezuela con i golpisti che sono stati respinti e costretti a restare sul lato colombiano del confine.

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