Serbia: il 79% della popolazione contro adesione alla NATO

Oggi cade il ventesimo anniversario del criminale bombardamento di Belgrado da parte delle forze NATO. Una campagna di bombardamenti che si protrasse per 78 giorni colpendo anche Novi Sad e altre grandi città e che rappresentò il culmine del decennio di sanguinosa dissoluzione della Jugoslavia, dividendo l’intera regione lungo linee etniche e religiose.

A venti anni dagli eventi il 79% dei serbi è contrario all'adesione del loro Paese alla Nato, rispetto a un 10% di favorevoli.

Questo è quanto emerge da un sondaggio condotto dall'Istituto per gli affari europei in occasione dei 20 anni trascorsi dai bombardamenti Nato contro la Serbia (24 marzo-9 giugno 1999). Nell'inchiesta - effettuata in collaborazione con l'ente di ricerca Ninamedia dall'8 al 14 marzo su un campione rappresentativo di 1.207 cittadini - il 31% si e' detto a favore di una collaborazione con l'Alleanza Atlantica, mentre il 64% non accetterebbe le scuse della Nato per i raid della primavera 1999, rispetto a un 30% disposto invece ad accoglierle. Il 6% ha risposto di non avere una posizione precisa al riguardo.

Il sondaggio ha al tempo stesso rivelato che per la maggioranza dei serbi i motivi dei raid erano gli interessi militari, politici ed economici degli Stati Uniti e dell'Occidente.

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