Un tornante della storia per l'Italia: seguire l'asse franco-tedesco o Washington?



di Giuseppe Masala

Nell'analisi delle politiche europee sono da registrare alcuni fatti passati sotto traccia (come al solito) nei mass media italiani.


1) Una lettera ufficiale a firma Ellen Lord (sottosegretario alla difesa USA) e Andrea Thompson (sottosegretario di stato USA) alla Mogherini responsabile delle politica estera EU. Nella missiva Washington ammonisce l'EU dalla costituzione di un esercito unico europeo;


2) Gli USA stanno pensando di introdurre sanzioni alle aziende che costruiranno per conto dei governi di Berlino e Mosca il gasdotto Northstream2 inviso a Washngton;


3) Ieri Merkel e Macron hanno telefonato a Putin per annunciare che alla Russia verrà ridato il diritto di voto nel Consiglio d'Europa perso a causa dell'annessione della Crimea.


Insomma, pare di capire che l'asse franco-tedesco, che domina in Europa, si stia giocando la carta del riavvicinamento alla Russia nell'ambito dello scontro con il mondo anglosassone (USA + Uk). Il discorso è sempre più chiaro. Germania e Francia vogliono sempre più raggiungere una indipendenza strategica, politica, militare, energetica e commerciale dagli USA e dal mondo anglosassone.


Dal punto di vista italiano il focus sta tutto qui: che fare? Seguire Parigi e Berlino in questo tentativo di affrancamento o seguire Washington e magari fungere da testa d'ariete degli anglosassoni per demolire l'asse Berlino-Parigi? Il punto fondamentale è questo.


La crisi è iniziata nel 2008 in USA come crisi finanziaria ed economica, si è trasformata in crisi del "debito estero" nel 2011 nell'eurozona per diventare crisi dei dazi sul commercio internazionale con l'ascesa di Trump nel 2016 e ora sta diventando crisi, se non geopolitica, almeno diplomatica tra USA e EU (con Russia e Cina spettatori molto molto interessati).

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