"La fusione tra Fca-Renault-Nissan prepara la 'morte assistita' delle fabbriche italiane del Lingotto e dell'intera componentistica collegata, non il rilancio industriale". Lo afferma il coordinamento provinciale dello Slai Cobas di Napoli e Pomigliano d'Arco, citato dall'agenzia Ansa, commentando l'eventuale fusione tra i tre colossi dell'auto.
Dal sindacato di base ricordano che in trent'anni sono stati "presentati e disattesi numerosi piani industriali in una evanescente sequenza in sui il piano successivo smentiva e annullava il precedente". "Conq uesti piani - hanno spiegato dal sindacato di base - la Fiat ha ottenuto generosi investimenti pubblici multimiliardari, ma ha poi chiuso o ridimensionato gli stabilimenti in Italia, con il risultato di una prevedibile fase di cassa integrazione ultratrentennale che ancora persiste senza soluzione di continuità, e la perdita, in questi anni, di ben 91.000 posti di lavoro nelle fabbriche del gruppo.
Secondo gli esponenti dello Slai Cobas, infine, la fusione tra Fca, Renault e Nissan, "si appresta a bissare la pretesa acquisizione della Chrysler che portò alla costituzione del gruppo FCA e all'allocazione all'estero di sede legale e fiscale dell'ex Fiat italiana - hanno concluso- fino alle estreme conseguenze, le reali politiche aziendali consistenti nella consapevole scelta di disattendere tutti i solenni e formali impegni contratti in adempimento delle obbligatorie 'garanzie sociali'."
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