Accordo Messico-USA. López Obrador afferma che il Messico «non vuole armamenti o elicotteri, ma sostegno e sviluppo per i paesi da dove origina la migrazione»

Il Segretario per gli Affari esteri del Messico, Marcelo Ebrard, ha comunicato che sono già partiti i tavoli di lavoro con i governi di Guatemala, Honduras e El Salvador, per stabilire un piano rigoroso in materia di immigrazione.

Il capo della diplomazia messicana ha riferito che questa misura cerca di "accelerare le questioni relative alla migrazione e il piano di sviluppo per la regione, al fine di ridurre il flusso di migranti verso gli Stati Uniti".

Il Piano speciale per la migrazione, concordato con l’amministrazione USA, prevede il dispiegamento di truppe al confine meridionale degli Stati Uniti con il Messico, adempiendo all'impegno assunto a Washington di evitare l'entrata in vigore delle sanzioni tariffarie statunitensi sui prodotti messicani.

Il piano prevede: il dispiegamento della Guardia Nazionale in questo settore, il coordinamento tra le diverse agenzie che intervengono nella migrazione, portare sviluppo e benessere nel sud del paese, organizzare un piano immediato per l'attenzione dei migranti in attesa di asilo nel nord del paese e chiedere una maggiore cooperazione dall'America centrale per affrontare il problema.

Il presidente López Obrador aveva subito dopo l’accordo chiarito che il Messico «non vuole armamenti o elicotteri, ma sostegno e sviluppo per i paesi da dove origina la migrazione».

Perché la migrazione può essere arrestata solo attraverso «uno sviluppo regionale inclusivo, dal momento che nessuno lascia la propria città e lascia la famiglia per piacere, lo fanno per necessità. I problemi attuali hanno a che fare con la mancanza di sviluppo, di opportunità nel sud del continente».

Il nuovo presidente del Messico ha infine ribadito che il suo paese resta contro l’isolamento e la costruzione di muri.

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