Alberto Negri - Gli ammutinati della Brexit



di Alberto Negri - Quotidiano del Sud

Come previsto qualche giorno fa, dopo la decisione di chiudere il parlamento approvata dalla regina, la ciurma si è ammutinata e il premier conservatore Boris Johnson ha perso la maggioranza di un solo seggio che aveva a Westminster. L'abbandono dell'ex sottosegretario Philip Lee, un oppositore della Brexit passato al gruppo dei liberal-democratici, non comporta comunque l’automatica caduta del governo, salvo un voto di sfiducia dell’aula.


Ma ormai a noi europei del continente quello che interessa, mentre la sterlina precipita, è capire come un Paese come la Gran Bretagna sia finito in mano a degli ubriaconi che rischiano grosso perchè l’Unione europea ha ben poca intenzione di negoziare nuovi accordi, soprattutto ora con un governo che non ha neppure più la maggioranza e perde legittimità a ogni giro d'orologio.


La storia comincia ben prima del referendum sull’uscita dall’Europa. La storia si accelera nel momento in cui un premier britannico inizia a raccontare balle così grosse che in altre epoche sarebbe finito ai ceppi.


La Brexit e le promesse di un futuro da Paese “libero” dalle catene dell’Unione nascono in quella disgraziata stagione in cui la Gran Bretagna decide per l’ultima volta nella storia recente di muovere con gli Stati Uniti un guerra d’occupazione in Iraq e la perde, con oltre 180 morti tra i soldati inglesi e centinaia di migliaia tra gli iracheni.


Il populismo in preda al quale sono caduti i britannici deve servire da lezione a tutti, anche a noi del continente: più racconti balle, più si accumulano e poi verrà qualcuno che ne racconterà ancora più grosse e gli elettori, disgraziatamente, crederanno che è arrivata la cuccagna.


Il premier laburista Tony Blair, ubriacato dal suo narcisismo, mentì sulle armi di distruzione di massa di Saddam e sulla guerra del 2003 in Iraq. E ha continuato a farlo anche dopo, contro ogni evidenza. Nel 2014 esce il Rapporto Chilcot del Parlamento britannico, che analizza le responsabilità di Tony Blair nella guerra. Secondo il Rapporto “l’azione militare non si poteva considerare l’ultima risorsa possibile” e non c'era “alcuna minaccia imminente da parte di Saddam Hussein”. Blair mentì sulle armi di distruzione di massa e le scelte sull’Iraq furono adottate sulla base di “valutazioni false”.


Blair è stato un bugiardo spudorato, responsabile con Bush jr. della morte di migliaia di persone, portato come esempio dalla sinistra europea e nominato persino mediatore in Medio Oriente contro ogni buonsenso. L’autore con Bush junior della prima grande e tragica fake news della storia contemporanea.


Boris Johnson, ex giornalista, è per inclinazione e mestiere un contaballe patentato ma ha ereditato il governo dalla May, un vero disastro che in molti, solo perché donna e di destra, hanno confuso con la Thatcher che trattava gli inglesi come marinai ubriachi. Johnson deve raccontare fesserie in cui non crede perché i marinai ubriachi hanno deciso di schiantare la nave contro lo scoglio della Brexit.


E’ anche un pò un furbetto perché dice di volere un accordo con l’Unione ma non vuole pagare i costi del divorzio. “Se usciamo dalla Ue senza un accordo ha dichiarato _ i 39 miliardi non sarebbero, strettamente parlando, più dovuti”. In realtà si tratta di 33 miliardi di sterline (circa 36,4 miliardi di euro) e secondo gli esperti _ tra i quali non c’è unanimità di vedute _ la questione finirebbe quasi certamente davanti ai giudici e potrebbe durare anni.


Johnson è il capitano furbetto ma sempre meno ascoltato di una ciurma di ammutinati di quella che era un tempo la più grande marineria del mondo dove sta serpeggiando il pentimento per quello che hanno fatto e non sanno dove andare. Ma il 31 ottobre si avvicina e intorno a Dover, per il momento, non si vedono scialuppe europee di salvataggio.

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