Minaccia velata? Pompeo ricorda i numeri della forza d'occupazione Usa in Italia


Una frase sintetizza alla perfezione il senso della missione di Pompeo in Italia. In conferenza stampa a Villa Madama con il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio, mercoledì 2 ottobre, il Segretario di Stato ed ex direttore della Cia, Pompeo ha dichiarato: “Siamo molto grati che 30 mila truppe e civili statunitensi considerino l'Italia la loro patria temporanea".

Una forza d’occupazione in un paese che ha chiaramente sovranità molto più che limitata e Pompeo ha voluto rimarcarlo molto chiaramente con una minaccia neanche troppo velata.




E poi Pompeo è arrivato alla lista degli ordini. 4 in particolare: “Dobbiamo essere uniti contro l'aggressione dell'Iran”. “Dobbiamo fare un fronte comune contro Nicolas Maduro” per quel che riguarda il Venezuela. “Ci tengo a ringraziare l’Italia per le sanzioni contro la Siria”. E, infine, un fronte comune contro l’”approccio predatorio” della Cina in Africa e Europa.

In più passaggi Pompeo ha voluto ringraziare sia Mattarella che Conte per le rassicurazioni ricevute nei colloqui precedenti.

Iran, Venezuela, Russia e Cina quindi. Questi sono i bersagli chiari con Pompeo che arriva a dichiarare che dal punto di vista degli Stati Uniti “non è accettabile che il Partito comunista cinese abbia accesso ai dati in Italia o in Europa”. Sul 5g e il Memorandum sulla Cina Di Maio ha dichiarato: "Siamo alleati degli Stati Uniti e condividiamo le preoccupazioni su infrastrutture strategiche come il 5G." Dopo aver rimarcato come siano state anche le preoccupazioni "dei nostri alleati" ad aver portato una nuova normativa in Italia, Di Maio ha proseguito: "Abbiamo approvato il Golden Power che ci permette di definire la sicurezza cibernetica italiana ed è stato istituto un Comitato che verificherà la corretta funzionalità di tutti i sistemi installati per le infrastrutture strategiche. Ci tengo a differenziare totalmente i Memorandum commerciali con quelli che sono le preoccupazioni delle infrastrutture e le relazioni politiche. Spero che in futuro si possano anche rafforzare sempre di più quelli che sono gli accordi tra Italia e Stati Uniti per mettere in sicurezza le nostre infrastrutture strategiche e cibernetiche.” E infine: “Non pensiamo di partecipare ad accordi commerciali che possano ledere la nostra sovranità come Stato.”

Ma su Libia? Egitto? Siria? Mediterraneo? Su tutti i disastri ai nostri confini che la politica predatoria e imperialista statunitense ha creato? Niente. Pompeo non dice niente o continua a prendere in giro l’Italia, paese a sovranità sempre più limitata.

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