Muro di Berlino e Cile: le fake news senza confine de la Stampa "busiarda"



di Mauro Gemma per Marx21.it



Mai come il 6 novembre 2019 il termine "busiarda" (a suo tempo appioppato a La Stampa dagli antifascisti torinesi per il suo vergognoso appiattimento filo regime mussoliniano) è stato più azzeccato.


Innanzitutto, si distingue "Buongiorno" in prima pagina di Mattia Feltri (figlio di Vittorio) sui rigurgiti neonazisti in Germania (e altro), quando, nel più smaccato spregio della verità storica, il nostro arriva persino a scrivere che "quasi niente" si era fatto nella RDT per non far cadere il ricordo delle efferatezze hitleriane, dimenticando che, non solo la RDT (i cui primi dirigenti erano stati tutti perseguitati dal nazismo, costretti all'esilio o internati nei campi di concentramento) era sempre stata in prima fila nel tenere viva la "memoria storica" di quanto era accaduto in Germania, ma sempre si era distinta per la solidarietà politica e materiale con chi lottava contro il fascismo in tutto il mondo (come possono, ad esempio, confermare gli antifascisti cileni).


Un altro esempio di palese mistificazione (e dire che il direttore di La Stampa è uno di quelli che più innalza grida contro le fake news) è quanto scrive, a pagina 21, Alessandro De Nicola (Adam Smith Society) che si lancia in un'esaltazione della politica economica cilena, dipingendo quel paese come una sorta di "paradiso" dal punto di vista economico grazie alle ricette ultra-liberiste (ereditate da Pinochet) che hanno caratterizzato gli ultimi decenni.


Dopo avere magnificato i risultati ottenuti, l''ospite della "busiarda" non manca di sottolineare che " I 19 milioni di cileni sono usciti dalla povertà, posseggono 25 milioni di telefonini e 5,5 milioni di autoveicoli e non accettano di non godere del benessere della classe media dei paesi sviluppati".


Avete capito? In fondo, secondo De Nicola, in piazza, nell'intero Cile, ci andrebbero solo dei "privilegiati" che non sanno di quale fortuna godono rispetto al resto dell'America Latina. E già! il popolo cileno si fa massacrare (con decine di morti, centinaia di feriti e torturati dai Carabineros de Chile), non perché è disperato ed esasperato per una situazione sociale insostenibile e perché è oppresso da un regime autoritario che non ha ancora fatto i conti con il "pinochettismo", ma solo perché desidera più telefonini.


Non è che la "busiarda", che quotidianamente sforna menzogne su qualsiasi argomento di politica, si sta preparando (con al seguito tutto il mainstream) a demonizzare la straordinaria prova di dignità e orgoglio del popolo cileno, esattamente come aveva fatto con i "gilet gialli" francesi e con tutte le sollevazioni popolari che non hanno il marchio di fabbrica dell'Occidente imperialista?

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