Gli Stati Uniti mostrano chiaramente il loro pieno sostegno alle rivolte in Iran


In un messaggio pubblicato sul suo account Twitter ieri, Pompeo ha ritwittato una nota scritta a luglio 2018, esprimendo il pieno sostegno di Washington ai movimenti anti-rivoluzionari in Iran.
“Non resteremo in silenzio. Ho un messaggio per il popolo iraniano: gli Stati Uniti vi ascoltano. Gli Stati Uniti vi supportano. Gli Stati Uniti sono con voi", si legge nel messaggio di Pompeo, scritto in lingua persiana.





Da parte sua, la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Morgan Ortagus, ha ribadito questa domenica il sostegno del governo degli Stati Uniti alle proteste nel paese persiano, oltre a denunciare i presunti tentativi delle autorità iraniane di chiudere i servizi Internet durante le manifestazioni.




Il leader della rivoluzione islamica dell'Iran, l'Ayatollah Seyed Ali Khamenei, ha avvertito lo stesso giorno del ruolo dei "nemici" nelle ultime manifestazioni nel paese persiano, registrate dopo che il governo iraniano ha annunciato un aumento del prezzo di la benzina.

Da venerdì scorso ci sono state proteste dopo l'aumento del prezzo del carburante, un aumento che ha sollevato qualche preoccupazione per la possibilità che ciò porti ad un aumento dell'inflazione.

Tuttavia, diversi gruppi di rivoltosi si sono infiltrati nelle manifestazioni pacifiche e, sfruttando questa situazione, hanno attaccato infrastrutture e proprietà pubbliche al fine di minare la sicurezza e l'ordine pubblico nel paese persiano.

Il leader dell'Iran ha affermato, tuttavia, che coloro che hanno fatto ricorso ad atti di sabotaggio non rappresentano il popolo, dal momento che nessuna persona sensibile danneggerebbe gli interessi nazionali, e quindi chiedere alla nazione iraniana di allontanarsi dai facinorosi.

L'aumento del prezzo della benzina è stato deciso venerdì scorso dall'Alto Consiglio di coordinamento economico, composto dal ramo esecutivo, dal ramo legislativo e dal ramo giudiziario. Il governo persiano ha annunciato che utilizzerà le risorse raccolte con questo aumento per finanziare le famiglie più bisognose.

L'Iran affronta una serie di problemi economici dovuti al ritiro unilaterale degli Stati Uniti nel 2018 dall'accordo nucleare del 2015, ufficialmente denominato Piano d'azione comune integrato (PIAC o JCPOA), misura che indusse Washington a reintrodurre contro la popolazione persiana le severe sanzioni che aveva revocato in virtù del suddetto accordo.

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