Manifesto delle sardine, è partita l'OPA del PD su una parte del Movimento 5 Stelle


di Jean De Mille


Nelle polemiche sulle "nuove" forme di aggregazione politica, che in questi giorni stanno monopolizzando le bacheche, credo ci sia una domanda che la gran parte degli osservatori ha scordato di porre: davvero il movimento delle Sardine è rivolto contro Salvini?

Se così fosse, questo movimento dovrebbe contenere delle istanze capaci di disgregare il consenso costituito attorno alla Lega, dovrebbe farsi promotore di una proposta politica in grado di attrarre una parte dell'elettorato leghista, rispondendo a quei bisogni che il Pd e più in generale la cosiddetta sinistra hanno palesemente disatteso.


Basta leggere il Manifesto delle Sardine, però, per constatare come il movimento non si muova affatto in questa direzione: nessuna critica alle politiche austeritarie, nessun rilievo alla pesante limitazione dei diritti dei lavoratori che ha caratterizzato i governi del centrosinistra, nessun proposito di redistribuire verso il basso la ricchezza prodotta, nessun richiamo a quei valori solidaristici ed egualitari messi in soffitta a discapito delle classi popolari.


Ciò che ci mostra il Manifesto delle Sardine è invece il ritratto perfetto dell'uomo medio, mediamente collocato lungo la scala della gerarchia sociale e mediamente soddisfatto. Mediamente scolarizzato e mediamente cólto. E più che mediamente immune rispetto alla crisi e alle dinamiche di precarizzazione e di marginalizzazione.


È precisamente a questo uomo qualunque, spoliticizzato fino al midollo dalla cultura del buon sentimento e della superiorità morale, cresciuto a colpi di Fazio e di Jovanotti, di Tommasi e di Gramellini, che si rivolge il manifesto: per lanciare un'autentica OPA (offerta pubblica di acquisto) su una parte molto consistente del Movimento 5 Stelle, il vero bersaglio di questa offensiva mediatica guidata dal Pd e da personaggi in cerca d'autore che gli sono contigui.

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