Partito comunista ucraino non potrà partecipare alle elezioni. Silenzio assordante da Italia e Ue

di Mauro Gemma per Marx21.it

Dopo l’elezione del comico Zelensky a presidente della Repubblica, c’è stato chi ha sperato in un allentamento della stretta anticomunista di stampo fascista in Ucraina.

E invece, ci risiamo con le persecuzioni e la repressione dell’attività dei militanti comunisti. Che continuano ad essere accompagnate dalla continua riabilitazione dei criminali che avevano collaborato con i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale nello sterminio di ebrei, partigiani e soldati dell’Armata Rossa. Oggi, gli sgherri di Bandera (i Pavolini e i Farinacci dell’Ucraina) vengono celebrati come “eroi nazionali”, a cui costruire monumenti in ogni città del paese.

In questo quadro sconfortante, il parlamento ucraino ha da poco definitivamente approvato un codice elettorale che esclude la possibilità per il Partito Comunista di Ucraina (PCU) di partecipare a qualsiasi elezione nel paese, sia presidenziale, legislativa o locale.


Il suddetto codice elettorale dell'Ucraina è stato ratificato il 19 dicembre dal parlamento ed è entrato in vigore il 1° gennaio (e come è ormai prassi consolidata, nell’indifferenza totale delle istituzioni e dell’opinione pubblica occidentale, anche di quelle organizzazioni che si definiscono antifasciste e portatrici dei valori della Resistenza europea contro il nazifascismo).

A questo proposito, il PCU ha pubblicato un documento, firmato dal primo segretario del Comitato Centrale del partito, Petro Simonenko, che illustra in dettaglio le caratteristiche di incostituzionalità della legislazione citata, che insiste sulla criminalizzazione del comunismo e sulla persecuzione contro i comunisti.

Ciò è anche il frutto velenoso di risoluzioni, varate in sede internazionale, che equiparano fascismo e comunismo, come quella votata recentemente dalle forze della destra reazionaria e della “sinistra imperiale” (anche nelle sue componenti italiane) nel Parlamento Europeo.

"Le elezioni sono il principale strumento di controllo del popolo ucraino sulle attività delle istituzioni politiche e pubbliche elette dai cittadini, nonché sull'attuazione dei programmi di sviluppo da parte delle autorità statali e delle entità locali autonome", sottolinea il testo firmato da Simonenko.

“La Costituzione dell'Ucraina proclama il principio della democrazia per tutti e stabilisce il diritto naturale intrinseco di ogni cittadino ucraino a controllare il proprio Stato; le elezioni democratiche sono l'indicatore più importante di uno Stato e di una società civili ”.

In questo contesto le norme del codice elettorale ucraino approvate dal parlamento ucraino "ignorano gravemente e violano i diritti umani e civili e le libertà, invalidando le garanzie di democrazia sancite dal diritto nazionale e internazionale. Tali norme – dichiara Simonenko - limitano i diritti elettorali dei cittadini ucraini a causa della loro affiliazione al Partito Comunista di Ucraina”.

Ancora una volta, come Marx21.it, intendiamo elevare la protesta più indignata nei confronti di questo nuovo procedimento liberticida delle autorità di Kiev che colpisce i nostri compagni comunisti, augurandoci che altri, organizzazioni e singoli cittadini, contribuiscano anch’essi a rompere un silenzio sulla deriva fascistizzante di un regime che è stato portato al potere con un colpo di Stato voluto da USA/UE/NATO. Un silenzio che sta diventando intollerabile oltre ogni misura e che non rende certo onore alle tradizioni democratiche dell’Italia.

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