Prosegue il golpe in Bolivia. Impedita persino la candidatura a senatore a Evo Morales



Prosegue il golpe in Bolivia. Dopo che il presidente riconfermato Evo Morales è stato deposto da un colpo di stato militare e oggi è costretto in esilio politico in Argentina, nella giornata di ieri il Tribunale supremo Elettorale, ora controllato dalla giunta al potere, ha impedito la candidatura a senatore dello stesso Morales e dell'ex vice-presidente Diego Pary.


Secondo il presidente del Tribunale Supremo Elettorale nominato dal governo de facto stabilitosi a La Paz dopo il golpe, Salvador Romero, i due non possono candidarsi perché inadempienti nel requisito di "residenza permanente". Per Romero si tratta di una decisione non "appellabile".


Morales ha commentato la decisione del Tribunale qualificando la decisione come "un golpe contro la democrazia". E ancora: "sanno bene i membri del Tse che rispetto tutti i requisiti per essere candidato. L'obiettivo finale è porre fuori legge il MAS", ha proseguito Morales su Twitter.



Anche l'ex vice-presidente, Pary, ha commentato su Twitter la decisione: “Il Tribunal Supremo Electoral, nell'inabilitarmi assume una decisione politica che è contraria alle leggi, alla Costituzione boliviana e alla giurisprudenza internazionale".


La sentenza del Tribunale supremo elettorale arriva due giorni dopo che il Mas si è dichiarato "in emergenza" per l'intento politico di "settori infiltrati" nel Tribunale per "eliminare" a suoi candidati per "interessi meschini e antidemocratici".

Luis Arce, candidato presidenziale per il MAS (Movimiento Al Socialismo), il partito di Evo Morales, è stato invece confermato all'elezione del prossimo 3 maggio dal TSE. Ma ha duramente attaccato la decisione contro il presidente in esilio politico in Argentina. "La decisione politica del TSE di inabilitare Evo Morales e Diego Pary come candidati al senato, mostra che non ci sono garanzie per elezioni libere democratiche e giuste", ha commentato su Twitter."

Arce, ministro delle finanze durante l'ultimo governo Morales, è nettamente il favorito nei primi sodaggi effettuati dal Ciesmori. Arce si attesta al 31,6 % delle preferenze, mentre Carlos Mesa si ferma al 17,1 %. Il problema è che il 3 maggio la Bolivia in mano ai golpisti non garantirà elezioni libere e il tutto avverrà nel silenzio complice dell'Unione Europea.

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