Alberto Negri - Come perdere la Libia una seconda volta




di Alberto Negri* - Quotidianodelsud

25 febbraio 2019



L’Italia potrebbe perdere la Libia per la seconda volta, dopo la caduta e l’uccisione di Gheddafi nel 2011, e vedere bloccata la pipeline Greenstream di Mellitah che porta il gas dalla Libia a Gela in Sicilia.

L’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar intende avviare un’operazione militare nella città costiera di Zuara, 100 chilometri a ovest di Tripoli, con l’obiettivo di controllare il valico di frontiera di Ras Jedir con la Tunisia e il complesso energetico di Mellitah di proprietà dell’italiana Eni in joint venture con la National Oil Corporation (Noc) libica. E’ opportuno ricordare che l’Eni con le sue attività di estrazione di gas e petrolio garantisce alla Libia la fornitura dell’80 per cento dell’energia elettrica sia in Tripolitania che in Cirenaica e gran parte delle entrate che tengono in piedi le amministrazioni di Tripoli e Bengasi.


E’ con questi soldi che i due governi concorrenti pagano dipendenti pubblici e le milizie impiegate in un conflitto ormai diventato una guerra internazionale per procura. Soprattutto con l’ingresso diretto sul campo della Turchia che per appoggiare il governo Sarraj Tripoli ha inviato truppe, armi e centinaia di jihadisti da opporre al generale Haftar sostenuto dai mercenari russi, dall’Egitto, dagli Emirati e dall’Arabia Saudita.


Il generale Haftar, rivale del governo Sarraj è ai ferri corti con Tripoli e il cessate il fuoco concordato alla conferenza di Berlino ormai regge soltanto sulla carta, al punto che la Camera dei rappresentanti di Tobruk ha deciso di sospendere la sua partecipazione al dialogo politico libico di Ginevra tenuto sotto l’egida delle Nazioni Unite.


Il generale Hatar intanto, secondo l’“Agenzia Nova, ha spostato un ingente quantitativo di unità militari nelle basi sotto il suo controllo presso Al Wattia, Al Ajaylat, Sabratha e Sorman, a ovest di Tripoli. Le forze di Haftar considerano Zuara, attualmente sotto controllo del forze alleate del governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli, come un target strategico. Il sindaco di


Zuara, Farhat Bualshwashi, ha lanciato un appello al governo Sarraj per fornire ogni tipo di sostegno alla città prima che venga presa da Haftar.

La Libia vive sotto costante ricatto petrolifero ed energetico perché Haftar ha deciso di chiudere il terminali per l’export in Cirenaica. Il carburante in Libia _ nono Paese al mondo per riserve petrolifere_ viene venduto fino a oltre dieci volte il prezzo normale. Secondo la Noc, “la produzione, il trasporto e la fornitura di petrolio e gas continuano a essere fortemente ridotti a causa della situazione di sicurezza in atto in tutta la Libia”. La produzione petrolifera nel è scesa a quota 122mila barili al giorno mentre la restrizione forzata della produzione a causa del blocco dei terminal di esportazione ha causato perdite pari a 1,8 miliardi di dollari.

Ma Tripoli non è sotto minaccia soltanto di Haftar: stanno affiorando gravi incrinature interne. In una conferenza stampa il ministro degli Interni Fathi Bashagha _ che aveva invitato qualche giorno fa gli Stati Uniti a stabilire una base militare in Libia per contrastare l’influenza crescente della Russia _ ha accusato una milizia di Tripoli di aver cospirato contro il suo ministero. Bashagha ha denunciato, senza per altro farne il nome pubblicamente, che la milizia islamista Nawasi comandata Mustafa Gaddur _ cugino di Hafed Gaddur, ex ambasciatore in Italia e ora a Bruxelles _ avrebbe contattato l’intelligence italiana per aiutare a coordinare un incontro con il direttore dell’intelligence degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Rashid, dopo che le forze di Tripoli si erano ritirate e avevano perso importanti aree a Tripoli nelle battaglie contro il generale Haftar.


La brigata Nawasi, composta da oltre 700 uomini che vanta al suo interno anche una componente di salafiti madkhaliti, opera a Tripoli nella zona di Abu Seta a Tripoli. Meno di 100 metri separano il quartier generale della brigata Nawasi dalla base navale di Abu Seta, dove si trovano i membri del Consiglio presidenziale, Sarraj compreso. La milizia ha diversi checkpoint e pattuglie nell’area, incluso un checkpoint vicino a Libyana Company, il più grande operatore di telefonia mobile in Libia. Tutte queste zone sono alla portata della milizia e le hanno permesso di svolgere un ruolo militare importante nella capitale. La milizia Nawasi ricatta Tripoli e si è dichiarata ostile alla presenza dei mercenari siriani inviati da Erdogan. Le sorti del governo di Tripoli appaiono sempre più incerte e non si escludono colpi di scena.

*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa