di Pino Arlacchi
Faccio fatica, in questi giorni, a leggere i giornali e guardare le televisioni. Lo spettacolo è disgustoso. Una banale, leggera influenza che sarebbe potuta passare inosservata e che fa meno vittime di un paio di incidenti stradali, è stata trasformata nella peste nera e nel Day After da mezzi di comunicazione in crisi di ascolti, lettori e credibilità. Prontamente assecondati da autorità pubbliche inette e pusillanimi, in perenne fuga dalle loro responsabilità.
Undici anni fa ho scritto un intero volume sul partito della paura, e ne sto pubblicando un altro dal titolo “Il grande inganno”. Questo è il mio contributo contro i “chiagni e futti” che dominano quasi incontrastati l’industria mediatica diffondendo allarmi falsi, inventati o grossolanamente esagerati.
E l’Italietta di questi giorni - un paese dal quale in certi momenti darei le dimissioni - è teatro e vittima delle loro gesta.
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