Chi lascia morire i disabili che autorità morale può avere?



di Fabrizio Verde

Il mondo è sconvolto dalla pandemia esplosa a causa del nuovo coronavirus Covid-19 e gli Stati Uniti cosa fanno? Il Dipartimento di Stato lancia accuse, senza mostrare prova alcuna, contro il presidente del Venezuela Nicolas Maduro e altri funzionari venezuelani, che l'amministrazione Trump accusa di tenere legami con le reti internazionali del traffico di droga.

Non contento, l’irresponsabile governo degli Stati Uniti offre 15 milioni di dollari per "qualsiasi informazione" che possa portare all'arresto del presidente bolivariano, nonché premi di 10 milioni di dollari per informazioni relative al presidente dell'Assemblea Nazionale Costituente (ANC) Diosdado Cabello, il vicepresidente Tareck El Aissami, l’ex generale Hugo Carvajal e l’ex capo militare Cliver Alcala Cordones.

Per giustificare queste azioni arbitrarie, gli Stati Uniti sostengono che il Venezuela ha permesso alle allora Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) di utilizzare il suo spazio aereo nazionale per trasportare droghe e "inondare gli Stati Uniti di cocaina", come ha affermato il procuratore Geoffrey Berman del distretto meridionale di New York.

Poiché non è realistico immaginare che il presidente Maduro possa essere arrestato, le azioni del governo degli Stati Uniti sembrano puntare effettivamente su altri obiettivi.

Uno di questi è quello di rafforzare simbolicamente il blocco contro il popolo bolivariano in un momento in cui la comunità internazionale chiede la revoca delle sanzioni che gli Stati Uniti mantengono contro Venezuela, Cuba e Iran. Paese che è stato minacciato di nuove e più pesanti sanzioni proprio mentre si trova ad essere uno di quei paesi colpiti con maggiore virulenza dal nuovo coronavirus.

Le accuse pretestuose arrivano in una fase ben precisa: la Colombia non riesce a controllare il traffico di droga, come sono state costrette ad ammetterlo sia le autorità internazionali che quelle locali.

Per distogliere l'attenzione da ciò, l'amministrazione Trump cerca di far rivivere l'accusa di una presunta alleanza tra il Venezuela e le FARC, che ha abbandonato la lotta armata ed ora è un partito politico. Inoltre le azioni del governo degli Stati Uniti contro il popolo bolivariano avvengono nel mezzo della campagna di aggressioni militari non convenzionali. Il presidente Maduro ha denunciato che un arsenale di armi militari, sequestrato in Colombia, era destinato a provocare nuovi attacchi in Venezuela.

Dal governo venezuelano è arrivata una forte condanna dell’ennesima azione ostile intrapresa da Washington contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela.

In un comunicato il governo guidato da Maduro qualifica queste azioni come «una nuova forma di colpo di Stato basato su accuse miserabili, volgari e infondate che cercano di minimizzare l'alto riconoscimento che il Venezuela ha nella lotta contro il traffico di droga, pienamente dimostrato in numerose sfere multilaterali», per il quale è stato scelto un momento «in cui l'umanità sta affrontando la più violenta delle pandemie».

«Offrire ricompense, nello stile dei cowboy razzisti del selvaggio West, dimostra la disperazione dell'élite suprematista di Washington e la sua ossessione per il Venezuela», nota il governo venezuelano.

Caracas indica che la frustrazione della Casa Bianca è dovuta al fatto che il governo venezuelano è riuscito a contrastare tutti i tentativi di colpo di Stato finanziati dagli Stati Uniti e non accettano che, usando il proprio modello, il governo venezuelano gestisca adeguatamente la contingenza per il Covid-19 «di fronte al clamoroso fallimento che le istituzioni americane hanno dimostrato in questa materia».

Risulta infatti incredibile la tracotanza statunitense. In una fase storica inedita, con il mondo in lockdown per una pandemia causata dal nuovo coronavirus, Washington cosa fa? Invece di apportare urgenti correttivi al proprio modello di società, ormai più crudele di quella costruita nella Germania nazista, visto che i disabili contagiati da Covid-19 saranno lasciati morire come testimonia Avvenire - non certo un giornale bolscevico - gli Stati Uniti impegnano tempo e risorse economiche per portare l’ennesimo attacco destabilizzante nei confronti del Venezuela.

«In Tennessee le persone affette da atrofia muscolare spinale verranno «escluse» dalla terapia intensiva. In Minnesota saranno la cirrosi epatica, le malattie polmonari e gli scompensi cardiaci a togliere ai pazienti affetti da Covid-19 il diritto a un respiratore. Il Michigan darà la precedenza ai lavoratori dei servizi essenziali. E nello Stato di Washington, il primo a essere colpito dal coronavirus, così come in quelli di New York, Alabama, Tennessee, Utah, Minnesota, Colorado e Oregon, i medici sono chiamati a valutare il livello di abilità fisica e intellettiva generale prima di intervenire, o meno, per salvare una vita», scrive il giornale dei vescovi sulle linee guida adottate dagli Stati Uniti riguardo alla gestione dell’emergenza coronavirus.

Può un paese che adotta politiche naziste riempirsi la bocca con la parola democrazia e attaccare costantemente la sovranità democratica e popolare di un altro paese, il Venezuela, solo perché questo non si arrende all’agenda imperiale che Washington vorrebbe imporgli insieme alla spoliazione delle sue ingenti risorse naturali?

La risposta è no. Tale comportamento dovrebbe essere piuttosto sanzionato con forza dalla comunità internazionale. Abissale è la differenza di comportamento altri paesi che invece in questa crisi hanno mostrato grande responsabilità, serietà e umanità. Prendiamo ad esempio Russia, Cina e Cuba. Paesi messi costantemente all’indice e indicati come nemici della cosiddetta ‘democrazia’, ma che sono accorsi in Italia per aiutare il nostro paese particolarmente colpito dallo scoppio dell’epidemia Covid-19.

Discorso a parte, invece, meriterebbero i mezzi di informazione italiani. Ancora una volta mostrano tutta la loro parzialità oltre che inadeguatezza. Vediamo ad esempio le illazioni e offese gratuite lanciate nei confronti della missione d’aiuto inviata dalla Russia. Per qualcuno come ‘La Stampa’ si tratterebbe una missione «inutile» sostanzialmente messa in piedi per questioni di propaganda e messa in piedi per carpire chissà quali segreti custoditi in quel di Bergamo. Così come abbiamo registrato critiche indegne rivolte dai soliti noti in servizio permanente a sostegno di USA e NATO all’indirizzo della brigata medica cubana giunta in Lombardia su invito del governo regionale.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole di questa piccola Italia malata di atlantismo.

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