La strategia degli USA per sfuggire alla sue responsabilità nell'affrontare la pandemia da covid-19 è chiara: attaccare l'OMS e la Cina. Il vicepresidente americano Mike Pence, infatti, ieri ha annunciato durante il programma televisivo "Hannity" che gli Stati Uniti porranno "difficili domande" all'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla sua gestione della pandemia da coronavirus, dopo che il direttore generale dell'istituzione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva avvertito i leader mondiali di non "politicizzare" l'epidemia.

Da parte sua, Pence ha ribadito che gli Stati Uniti hanno ancora dubbi se continuare a finanziare l'OMS, come precedentemente annunciato da Donald Trump, ma ha avvertito che questa misura non esclude l'organizzazione dal dover rispondere di "come potrebbe essere stata così sbagliata" nella sua gestione.

"Questo è un presidente che crede nella responsabilità e i contribuenti americani contribuiscono con decine di milioni di dollari all'Organizzazione mondiale della sanità", ha affermato Pence. "E come ha detto ieri il presidente, dubito che continueremo a farlo, ma ciò non significa che al momento giusto in futuro non porremo le domande difficili su come l'Organizzazione mondiale della sanità avrebbe potuto essere così sbagliata ".

Inoltre, Pence ha ricordato le misure adottate da Trump per fermare la diffusione del coronavirus a gennaio, tra cui la sospensione dei viaggi dalla Cina, mentre "solo pochi giorni prima, l'Organizzazione mondiale della sanità ha continuato a ridurre la minaccia del coronavirus e il suo impatto dalla Cina".
"Arriveremo alle risposte a questo e chiederemo responsabilità, proprio come il popolo americano vorrebbe che facessimo", ha avvertito il vicepresidente USA.

Il quotidiano statunitense The New York Times, intanto, ha riferito che il cornavirus è circolato a New York da persone provenienti dall'Europa e non dall'Asia. Il media ha citato nuovi studi condotti dalla Icahn School of Medicine del Mount Sinai e della N.Y.U. Grossman School of Medicine su genomi del coronavirus prelevati da residenti dell'area di New York alla metà di marzo.