di Gianni Minà*
Nello spazio breve che identifica il respiro di un amico, se n’è andato da questo mondo Luis, Lucho Sepulveda.
Falciato via da quella ormai che è la peste del nostro secolo.
Ho voluto bene all’uomo, ma non posso fare a meno di piangere l’intellettuale che aveva partecipato alle lotte per il riscatto dell’America Latina con il coraggio e la forza che hanno solo i visionari, i romantici, i pazzi.
Perché Lucho le battaglie non le aveva scansate, ma le aveva affrontate per davvero. Era un prototipo di scrittore e guerrigliero. Sempre coerente.
Ero stato con lui a casa sua e della sua adorata moglie, la poetessa Carmen Yanez, per due compleanni nei quali aveva riunito i suoi numerosi figli e i suoi amici sparsi in tutto il mondo. Sono state giornate indimenticabili.
Mi sento più solo, ma ho l’ingenua certezza che adesso lui è ritornato a fare la guardia del corpo al suo amato Presidente Allende.
Ciao Lucho, mi mancherai, sapendo con certezza che mi è impossibile ogni lenimento.
(Foto di Daniel Mordinsky)
*Post Facebook del 16 aprile 2020
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