Nel primo trimestre del 2020, il Pil cinese ha registrato una contrazione del 6,8% su base annua. Si tratta del valore più basso da quando la Cina ha iniziato a pubblicare i dati trimestrali sul suo Pil nel 1992. Ma gli analisti economici e il mercato dei capitali non sembrano preoccuparsi troppo di questo dato. Al contrario, i tre principali indici di borsa cinesi nel giorno della pubblicazione del Pil hanno chiuso in rialzo.
Perché di fronte a questo dato, i circoli economici cinesi e le istituzioni economiche straniere non sembrano stupirsi troppo?
Innanzitutto, la sospensione delle attività economiche e delle imprese è temporanea. A metà marzo, circa il 99% delle imprese cinesi con un fatturato annuo di oltre 20 milioni di yuan è tornato a essere operativo. Con la diffusione dell’epidemia a livello globale e il forte declino del commercio e dell’economia in tutto il mondo, una cifra del genere va apprezzata.
In secondo luogo, da un punto di vista generale, i settori infrastrutturali che incidono sull'economia nazionale e sul livello di vita della popolazione hanno mantenuto una crescita stabile e l’offerta di materiale anti-epidemico e dei beni di prima necessità è stata forte. Il sostentamento di base di 1,4 miliardi di persone è stato così garantito e il quadro generale della società si è mantenuto stabile.
Infine, va detto che l’enorme dimensione del mercato cinese, la buona base industriale, la forte compatibilità, la forza lavoro abbondante e l’efficiente sistema di approvvigionamento costituiscono solide basi e fattori favorevoli per lo sviluppo futuro del Paese.
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