Blix-Ghebreyesus. Armi chimiche-Covid-19. Le accuse di Trump alla Cina finiranno come quelle di Bush all'Iraq?

Sembra uno scenario già visto, cambiano gli attori, finora c'è solo "piccolissima" differenza: non c'è ancora uno scontro militare in atto e, se ci fosse, avrebbe conseguenze catastrofiche. Ormai la stampa occidentale, salvo alcune eccezioni, sembra fare da megafono al leit motiv di Trump, ovvero il Covid-19 è stata colpa della Cina e in qualche modo la deve pagare.

Cambiano gli attori, ma lo scenario sembra quello del 2003. George W. Bush dopo gli attentati dell'11 settembre sull'onda dell'Operazione Enduring Freedom, il cui scopo sarebbe stato quello di sconfiggere al Qaeda, tanta amata da suo padre quando si doveva contrastare l'URSS in Afghanistan, accusa l'Iraq di Saddam Hussein di possedere armi chimiche. Emblematica l'immagine di Colin Powell, l'allora segretario di Stato USA, che all'ONU mostra le famigerate provette.

C'era un ostacolo per Washington al suo disegno bellico. E non da poco. Hans Blix, il capo degli ispettori ONU che visionavano che l'Iraq avesse smantellato e non possedesse armi chimiche.
Blix più di una volta sostenne che l'Iraq non possedeva armi chimiche o altre di distruzione di massa. Fu tutto vano. Come è andata a finire lo sappiamo e soprattutto le conseguenze le viviamo ancora oggi di quella guerra criminale.

Oggi, gli Stati Uniti e l'amministrazione Trump si scagliano allo stesso modo contro il Direttore dell'organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale sostiene, insiste, confortato da diverse pubblicazioni scientifiche, dagli stessi servizi segreti USA, che il Covid-19 non è stato prodotto in laboratorio.

La strategia di Trump l'ha descritta molto bene il giornalista del quotidiano inglese The Independent, Patrick Coburn: "Il livello di mendacia di Trump è molto più grave di quello usato per vendere la guerra in Iraq sostenendo che Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa (WMD). Anche allora c'erano storie di laboratori segreti che sviluppavano armi biologiche. Sebbene stia depurando i capi dell'intelligence USA e sostituendoli con i lealisti di Trump, anche loro non hanno potuto sostenere la sua ultima teoria della cospirazione. 'L'intelligence concorda anche con l'ampio consenso scientifico sul fatto che il virus Covid-19 non è stato creato dall'uomo o geneticamente modificato', ha affermato una dichiarazione dell'ufficio del direttore dell'intelligence nazionale, Richard Grenell." ha scritto Coburn qualche giorno fa.

In un altro passaggio il giornalista evidenzia che "lo scopo delle bugie di Trump non è di convincere con argomentazioni razionali ma di dominare l'agenda delle notizie con accuse oltraggiose. Questo semplice trucco di pubbliche relazioni ha funzionato in precedenza per lui, ma il capro espiatorio della Cina potrebbe non essere sufficiente a distogliere l'attenzione dal prezzo che gli americani hanno pagato per il suo disastroso maltrattamento della pandemia. Le cifre delle vittime raccontano la loro triste storia: in Cina ci sono stati 84.373 casi di malattia e 4.643 morti mentre negli Stati Uniti ci sono stati poco più di 1,1 milioni di casi e 64.460 morti. I lealisti di Trump affermeranno che i cinesi mentono, ma poi devono anche spiegare la minore perdita di vite umane in Corea del Sud, Singapore e Taiwan."

Coburn ricorda che "molti di coloro che hanno usato le armi di distruzione di massa per lanciare una guerra calda contro l'Iraq nel 2003, sono le stesse persone che promuovono una guerra fredda contro la Cina oggi. Questo approccio richiede uno straordinario grado di irresponsabilità: Trump sta lanciando la sua guerra fredda contro la Cina proprio quando è necessaria una risposta medica ed economica globale per contrastare un virus che si è diffuso dal Tagikistan nell'Amazzonia superiore e può essere soppresso o contenuto solo dall'azione internazionale ."

Coburn è fra i pochi giornalisti occidentali che sottolinea come Trump cerchi attraverso la Cina di coprire il disastro della Sanità americana nell'affrontare il Covid-19. Mentre il mainstream in generale criticano Trump sempre, però quando di solito un inquilino della Casa Bianca va in guerra, diventa l'idolo di tutti. Basta leggere e vedere i resoconti unanimi a favore di Trump dopo gli attacchi alla Siria nel 2017 e 2018.

Nelle pretestuose accuse di Busk e Trump ci sono tanti richiama alla nota avola del Lupo e dell'agnello.

Non basterà la scienza a distogliere Trump e la sua amministrazione dal cercare uno scontro diretto con la Cina. Che tipo di scontro? Una nuova Guerra Fredda? Guerra Comemrciale? O addirittura vuole affrontarla militarmente? La Cina non è certo l'Iraq proveniente da 13 anni di embargo, è ormai una potenzia non solo economica ma anche militare.

Insomma, dati gli attori in campo, c'è poco da stare tranquilli.


La Redazione

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa