Il governo venezuelano svela l'audio di una conversazione tra Guaidó e il mercenario Goudreau per concordare il raid in Venezuela

Emergono nuovi dettagli che vincolano il golpista manovrato da Washington, Juan Guaidó, ai mercenari che hanno provato a realizzare un’invasione di stampo terroristico in territorio venezuelano.

Il vicepresidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Rodríguez, ha presentato questo venerdì - come riporta l'emittente RT - l'audio di una presunta conversazione tra i deputati dell'opposizione, Juan Guaidó e Sergio Vergara, con l'ex berretto verde e proprietario della compagnia di ventura Silvercorp, Jordan Goudreau, avvenuta per pianificare il fallito raid marittimo della scorsa domenica.

Durante l'audio, dove riconoscono di aver tenuto "diversi incontri" nelle settimane precedenti, Guaidó ringrazia Goudreau "per tutti gli sforzi" che compie per "la causa venezuelana" e assicura di aver preparato il contratto in cui vengono stabiliti i dettagli del tentativo di incursione marittima, definito "Operazione Gedeone”.

"Ciò che dobbiamo semplicemente fare è firmare, se vuoi vedere mentre firmiamo, possiamo scansionare il documento e stamparlo qui, firmarlo e rispedirlo a te, e saremo pronti per iniziare", propone Vergara a Goudreau.



Nel frattempo, Guaidó afferma di avere alcune "preoccupazioni", ma mostra la sua "fiducia" in Goudreau e dice di "fare la cosa giusta" per "risolvere" quella che considera "una crisi umanitaria molto dura". Inoltre, si impegna a firmare l'ultima pagina della versione inglese e spagnola del documento.

A questo proposito, il Ministro della Comunicazione ha affermato che "mai prima nella storia del Venezuela", un gruppo di persone "guidate dalla loro ambizione di potere e denaro" ha osato "firmare un contratto di servizio con una compagnia di terroristi e mercenari", riferendosi a Silvercorp USA.

Rodríguez ha affermato che questo giovedì il quotidiano ‘The Washington Post’ "ha pubblicato le 41 pagine dell'allegato al contratto", che contiene "la portata del documento, le risorse e le caratteristiche legali" dell'accordo.

"In questo momento, ciò che stanno facendo i media di destra e le autorità del Dipartimento di Stato USA è vedere come ripulire la di Juan Guaidó", ha detto il ministro aggiungendo che "a questo punto" sanno già che "è impossibile" negare l'esistenza di quel documento.

Finora, Guaidó ha assicurato che "non ha alcuna relazione" con gli eventi che si sono verificati e ha richiesto il rispetto dei diritti umani dei civili e dei soldati mercenari detenuti durante l'attacco.

Rodríguez inoltre ha presentato un altro video in cui il consigliere politico Juan José Rendón conferma la firma del contratto per realizzare l'incursione nel paese da parte di Silvercorp. "Sì il contratto esiste e l'ho firmato", confessa.

Rendón, capo del comitato strategico di Guaidó, ha anche affermato di aver pagato 50.000 dollari alla compagni di ventura. Goudreau sostiene di non aver ancora ricevuto nulla e che il contratto è stato valutato in 211 milioni di dollari.

In precedenza, il procuratore generale venezuelano, Tarek William Saab, ha richiesto l'arresto di 22 persone implicate nel fallito tentativo di incursione marittima nel paese sudamericano.

Saab ha affermato che contro Rendón, Goudreau e Vergara, in quanto fuori dal Paese, la Procura Genrale della Repubblica Bolivariana del Venezuela richiederà la loro reclisione con un allarme rosso nel sistema dell'Organizzazione internazionale di polizia criminale (Interpol), nonché la loro estradizione in Venezuela.

Anche alla luce di queste nuove informazioni che vedono l’autoproclamato ‘presidente a interim’ Guaidó avere un ruolo centrale in questa nuova avventura golpista, possiamo comprendere il silenzio assordante dei media mainstream in Italia sulla vicenda. Il personaggio che la loro narrazione dipinge come un sincero democratico avrebbe firmato un contratto con una compagnia di mercenari statunitense per realizzare un golpe nel proprio paese. Capirete che la realtà fa crollare miseramente le loro menzogne, quindi scelgono l’autocensura sulla vicenda.

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