Nei democratici USA dove le manifestazioni di protesta per la morte del cittadino afroamericano George Floyd ucciso per mano della polizia vengono represse brutalmente, va in scena tutto quell’armamentario di tattiche di cui gli Stati Uniti accusano i paesi che vogliono attaccare.
Nelle manifestazioni, ad esempio, abbondano gli agenti infiltrati che agiscono da provocatori per innescare nuovi focolai di violenza e giustificare ulteriore repressione dei manifestanti.
In uno di questi si è imbattuto il giornalista indipendente Max Blumenthal.
Look what I found outside #dcprotest. An obvious cop dressed like a protester getting out of an unmarked car and telling me he’s a CNN reporter. Beware of the lying provocateurs out here! pic.twitter.com/f90wYSjbGS
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) May 30, 2020
Il poliziotto in borghese seduto con un collega in una strada di Washington chiusa a causa delle proteste, scende dal veicolo, si avvicina a Blumenthal e dice di essere un giornalista della CNN.
Il giornalista capisce di trovarsi di fronte a un agente provocatore e si allontana. Il tutto è documentato attraverso una serie di tweet dove Blumenthal chiede conto anche al capo della polizia degli agenti provocatori che si fingono giornalisti della CNN.
I hope my friends at @CNN will follow up with DC’s @ChiefNewsham about his officers impersonating their reporters to infiltrate protests. @brianstelter is gonna be all over this, right?
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) May 30, 2020
Un altro giornalista indipendente, Wyatt Reed, documenta invece l’estrema violenza delle forze di polizia schierate di fronte alla Casa Bianca. Nel video si possono vedere i poliziotti colpire i manifestanti. Lo stesso Reed viene colpito e deve ricorrere alle cure mediche.
I'm good but was bleeding a little more profusely than expected. Very grateful to the street medics out tonight for helping keep us (mostly) safe. pic.twitter.com/yMsU1172GS
— Wyatt Reed (@wyattreed13) May 30, 2020
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