Isabel Schnabel, direttrice tedesca della BCE: "Questa sentenza non ci riguarda direttamente"


di Wiebe Frank, Handelsblatt

Francoforte, 29 maggio 2020*


Isabel Schnabel ha confermato la posizione della Bce, secondo la quale la banca centrale non sarebbe direttamente interessata dalla recente decisione della Corte costituzionale federale sulla sua politica monetaria. "La Bce è esclusivamente sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea, quindi questa sentenza non ci riguarda direttamente", ha dichiarato la direttrice tedesca della BCE in un'intervista al "Financial Times".


La presidentessa di Bce Christine Lagarde ha fatto commenti simili in un'intervista con Handelsblatt e altri tre giornali europei: "Bce è soggetta al diritto europeo, è responsabile nei confronti dei membri del Parlamento europeo per le sue attività ed è in definitiva responsabile nei confronti della Corte di giustizia dell'Unione europea."


Schnabel ha anche affermato, analogamente all'economista capo della BCE Philip Lane, che a suo avviso la Bce aveva sempre esposto la proporzionalità della sua politica monetaria.


La Corte costituzionale, al contrario, accusa la BCE di aver eventualmente superato la propria competenza con un programma di acquisto di obbligazioni che attualmente ha un volume di 20 miliardi di euro al mese. All'inizio di maggio, ha quindi vietato alla Bundesbank la partecipazione a questo programma a meno che la BCE non fornisca entro tre mesi una migliore giustificazione della proporzionalità della sua politica monetaria. Ciò potrebbe comportare un grave problema legale per la Bundesbank: in base al diritto europeo, sarebbe obbligato a partecipare alle politiche della BCE e, allo stesso tempo, come autorità tedesca, sarebbe impedita dalla sentenza della corte costituzionale.


Schnabel non si aspetta che si vada così lontano, come ella ha detto nell'intervista. È anche noto che Lagarde sta cercando una via diplomatica per uscire dalla crisi.


D'altro canto, la BCE non può facilmente dare seguito alla intimazione [Aufforderung] di Karlsruhe. In tal modo rinuncerebbe al proprio diritto di essere subordinata al solo tribunale europeo e aprirebbe le porte alle rivendicazioni di altri tribunali nazionali. Un compromesso potrebbe essere che la BCE pubblichi nuovamente un chiarimento alla sua politica monetaria, ad esempio nell'ambito del dibattito programmato sulla strategia, senza fare alcun riferimento diretto alla sentenza. Volker Wieland, tra gli altri, ha dato questo suggerimento.


Si discute anche che sia la Bundesbank a chiarire ancora una volta la politica monetaria della BCE. Non sembra esserci molto entusiasmo per questo alla Bundesbank. La sentenza ha anche affermato che questo chiarimento [Erklärung] dovrebbe essere reso congiuntamente a una decisione [Beschluss] del Consiglio direttivo. Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ne è membro; un suo chiarimento [Erklärung] non può sostituire una decisione del consiglio [Ratsbeschluss].


Se si dovesse giungere ad un conflitto duro e la Bundesbank dovesse porre fine alla sua partecipazione al programma di acquisto, ciò non avrebbe quasi alcun impatto sulla politica monetaria. Da un lato, le nuove decisioni prese nell'ambito della crisi del coronavirus non sono affatto interessate, ma solo il vecchio programma, che è in corso da anni. BCE potrebbe oltre a ciò [cioè oltre a quel che sta già comprando] acquisire direttamente i corrispondenti acquisti di obbligazioni o delegarli ad altre banche centrali nazionali. Sarebbe un problema limitato se gli acquisti della Bundesbank semplicemente non avessero luogo. La Bundesbank è responsabile per le obbligazioni tedesche. I loro tassi di interesse sono comunque inferiori allo zero. Molto più importanti sono gli acquisti di obbligazioni da paesi fortemente indebitati - ufficialmente per garantire lì l'efficacia della politica monetaria, e ufficiosamente anche per evitare che la zona euro cada a pezzi.


Von der Leyen è allarmata


Il fatto che i titoli di stato tedeschi vengano acquistati su larga scala risale proprio alla richiesta che la Germania, che nessun paese dovesse essere preferito dal programma. Il volume è quindi distribuito approssimativamente in base alla dimensione economica e alla popolazione dei paesi dell'euro. Se la Bundesbank dovesse uscire [dal programma di acquisti], questa richiesta potrebbe essere obsoleta, poiché si sgancerebbe dal Programma proprio il paese che con la massima enfasi la ha avanzata.


Se non dovesse essere possibile trovare una alcuna soluzione diplomatica e la Bundesbank uscisse [dal programma di acquisti], dovrebbe venire pure una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea (UE) contro la Germania. Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione europea, aveva già indicato che stava esaminando, tra gli altri, un simile procedimento.



(Traduzione di Musso)

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