Gli Stati Generali convocati da Giuseppe Conte, per cercare di tener fede al titolo, prevedevano anche la presenza – e la presa di parola – dei sindacati.
Cgil-Cisl-Uil, i fascioleghisti dell’Ugl e qualche sindacatino corporativo sino subito messi a scodinzolare assicurando la propria collaborazione: non si metteranno di traverso alle pretese delle aziende. Insomma, hanno rappresentato se stessi e il proprio “ruolo politico” servile.
L’Usb, invece, si è presentata portando la voce dei lavoratori, a cominciare da quelli che muoiono. Nelle fabbriche, per la pandemia, di fatica o nelle baraccopoli a margine dei campi agricoli.
Basta sentire il compagno Guido Lutrario, delegato dall’Usb a rappresentare tutto il sindacato. Ha portato il grido di rabbia che sale dal mondo del lavoro, e che nessuna destra di venduti peracottari potrà mai rappresentare.
Si può costruire un’alternativa radicale. Se si è seri, organizzati, coerenti. Se ci si dà da fare, se ci si batte.
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