La Svezia e lo strano orgoglio italico da Covid-19


di Marinella Correggia

Da mesi, denigrare la Svezia per la sua gestione della pandemia Covid-19 provocata dal virus Sars-CoV-2 è diventato uno sport internazionale. In Italia di più, come ben si spiega qui https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/04/svezia-e-coronavirus/

Non vi si sottraggono nemmeno due italiani https://lanuovaprovincia.it/attualita/due-astigiani-in-svezia-raccontano-qui-chi-indossa-la-mascherina-viene-preso-per-matto/ emigrati da pochi anni nel paese scandinavo, supponiamo a scopo lavorativo. La Svezia ha un numero di stranieri di gran lunga superiore all’Italia, sia perché risulta più attraente lavorare là che per esempio in Italia, sia per le sue politiche di accoglienza nei confronti di rifugiati da molti paesi, anche quelli presi di mira da guerre alle quali il paese scandinavo, che della Nato non è membro ma solo partner, non ha preso parte.

I due italiani in Svezia, certo, non sono obbligati a parlare bene del paese che li ha accolti. E possono essere sicuri che le loro critiche non provocheranno loro alcun danno. Ma fanno affermazioni troppo paradossali per essere taciute. Nel lororacconto si mescolano isteria e campanilismo - degno di miglior causa.

I due dicono: “l’Italia e gli italiani escono da questa vicenda molto meglio degli svedesi e oggi più che mai ci sentiamo orgogliosi del nostro paese”. Andiamo! L’ Italia – malgrado abbia fatto ricorso al blocco, al contrario della Svezia – non ne esce meglio di quest’ultima visto che lo Stivale ha una mortalità per milione di abitanti superiore a quella del paese scandinavo (575 contro 532: https://www.worldometers.info/coronavirus/ e ai vertici mondiali. Quindi, altro che esempio virtuoso, quello del paese mediterraneo. Peraltro, l’Oms ha elogiato indifferentemente Italia e Svezia (https://www.pecorarossa.it/2020/07/02/covid-ma-perche-loms-elogia-tutti/)

I due nostri connazionali riportano scandalizzati il caso di un medico che in Svezia ha contagiato pazienti....Ebbene, sappiano che in Italia è successo infinite volte!

Secondo i due, “in Italia è stato deciso, giustamente, di mettere la salute delle persone prima dell’economia, qui no”. Forse i due italiani non capiscono lo svedese; altrimenti avrebbero appreso dai mezzi d’informazione che la strategia del paese non è così grezza. E a differenza delle autorità italiane le quali dichiarano “rifaremmo tutto”, quelle svedesi (ripetiamo, con una mortalità inferiore a quella italiana) ammettono errori.

I due italiani spiegano con un ragionamento antropologico la scelta svedese rispetto al Covid-19. Ogni svedese si riterrebbe un semidio “discendente dal Dio Odino, crede di essere parte di un altro mondo e in questo caso di essere immune al virus”. Osservazione surreale.

Ma ancor peggio è quest’altra “constatazione”:“ciò che succede fuori dalla Svezia non interessa molto a chi vive qui”. Peccato che il paese dove sono andati a vivere e lavorare non mandi aerei a bombardare altri popoli, come hanno fatto tante volte negli ultimi decenni i governi del loro amato (e lasciato) paese di provenienza. E peccato anche che gli svedesi accolgano lavoratori e rifugiati stranieri in numero molto maggiore di quanto non faccia l’Italia (fra gli altri). Potrebbero scambiare due chiacchiere con un rifugiato iracheno al quale la Svezia ha pagato un master in suolo e ambiente?

Sostengono i due: “Inoltre, anche per quanto riguarda i decessi, in Svezia esiste un bollettino nazionale e uno regionale, ma senza troppe indicazioni dettagliate”. Domanda: in Italia quali dettagli sono stati forniti sui decessi? In stile pomposo e al tempo stesso vacuo, istituzioni (governo nazionale, regionali, locali), “scienziati” e media hanno cambiato versione molte volte, si sono contraddetti e non hanno spiegato nulla. Sono stati bravissimi nell’incutere panico in una popolazione abituata da secoli a rispettare norme solo se terrorizzata o forzata. La Svezia ha scelto, ammettendo di aver fatto errori, la strada della collaborazione fra governo e cittadini.

Altra affermazione: “Per rispetto dei morti in Italia e per la nostra stessa sicurezza ci siamo isolati il più possibile, indossiamo le mascherine e cerchiamo di mantenere le distanze sociali passando per quelli strani, quasi da compatire”. Ci sfugge che cosa c’entri il rispetto dei morti in Italia (e quelli in Svezia no, per esempio? Che campanilismo). Anche il fenomeno delle mascherine dovunque, perfino per strada quando si e' distanziati, caratterizza il panico made in Italy. Se i due espatriati indossano la mascherina in qualunque contesto, si possono immaginare gli sguardi degli svedesi.

I nostri due connazionali sono molto ligi, escono, e mascherati, solo per la spesa e "la sterilizziamo". Che cosa vuol dire, di grazia? Usate litri e litri di sostanze chimiche per lavare le confezioni? I sacchetti della pasta? L'ortofrutta? Circa l’inutilità di queste manovre potrebbero leggere qui: https://www.scienzainrete.it/articolo/sorvegliare-e-pulire-eccessi-da-sanificazione/donato-greco/2020-05-19). E’ probabile che i due indossino anche i guanti; sappiano che perfino l’Oms ha detto esplicitamente che questo arnese, per il pubblico generale, fuori da situazioni tipo ospedali o Rsa o simili, è dannoso. Chissà se sarà mai calcolato a livello planetario l’impatto ambientale di mascherine, guanti, igienizzanti usati a profusione da milioni di persone (in Svezia, però, solo da stranieri): inquinamento nel ciclo produttivo, rifiuti dei contenitori; mascherine e guanti randagi o inceneriti; le sanificazioni domestiche e collettive che si rivelano una iattura anche per la salute.

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