"Concerto le Vie dell'ipocrisia" per la Siria. Maestro Muti non suonerete per i siriani ma per chi li ha massacrati


Questa sera nello splendido scenario del Parco archeologico di Paestum il maestro Riccardo Muti dirigerà l’Eroica di Beethoven. Si dice che sia un concerto per la pace, per l'amicizia con la Siria e soprattutto per celebrare il gemellaggio ventennale di Paestum e Palmira.

Raggiante il maestro Muti: "Suoniamo qui per i siriani, è come se fossimo a Palmira", precisando “avremmo voluto fare questo concerto a Damasco, ma ora non è possibile". Perché non è possibile? Problemi di sicurezza? Muti non ha neanche citato l'emergenza Covid-19 come eventuale ostacolo. Forse meglio dire che glielo avrebbero impedito. Nonostante il momento difficile per tutta la Siria, Damasco è una città tranquilla. Il Maestro avrebbe potuto suonare anche nel teatro di Palmira come fece l'Orchestra russa nel 2016 in piena lotta all'ISIS. Sarebbe stato davvero un grande gesto di solidarietà.


Il direttore del Parco e del museo archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel ha anche lui espresso i suoi buoni sentimenti: "Riccardo Muti a Paestum è un segnale per l'amicizia tra i popoli"

Parlare di amicizia nei confronti del popolo siriano dopo che l'Italia insieme all'occidente ha imposto una guerra per procura servendosi dei peggiori criminali che ha provocato danni per 200 miliardi di dollari, migliaia di morti e feriti, milioni di sfollati, sanzioni ferocissime, parlare di solidarietà, siamo oltre la post verità. Siamo oltre la fantascienza.

In tempi di emergenza Covid-19, nonostante gli appelli del Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, a revocare temporaneamente le sanzioni contro alcuni paesi, l'Unione Europea, Italia compresa, le hanno prorogate, comportando ulteriori sofferenze al popolo siriano. Per non parlare del criminale pacchetto sanzionatorio imposto dagli USA alla Siria denominato, Caesar Act.

Questa sera di celebrerà un concerto dell'ipocrisia, come accade sempre quando si guarda all'evento senza considerare le cause che lo hanno provocato.

Di questo concerto i siriani non sanno cosa farsene, così come delle buone intenzioni di chi lo ha organizzato. Sembra proprio che con questo spettacolo i siriani dopo essere stati(continuano ad esserlo) massacrati grazie alle politiche criminali dell'Occidente, siano pure presi in giro, come dire: "prima vi ammazziamo e vi distruggiamo e adesso vi organizziamo pure il concertino di solidarietà".

Ripetiamo, un vero atto di solidarietà sarebbe stato farlo a Palmira o in altre città della Siria, dove poteva svolgersi in tutta sicurezza.

Sono parole e tali restano in tempi di mondo alla rovescia.

La Redazione

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