Il documento di JP Morgan è sempre d'attualità. Matteo Mantero (senatore M5S): "io Voto No"


Matteo Mantero, senatore del Movimento 5 Stelle annuncia oggi il suo voto NO al referendum per il taglio dei parlamentari previsto per il 20 e 21 settembre prossimo. Nel farlo il senatore ricorda la campagna elettorale per evitare la distruzione della Costituzione voluta dalla famigerata riforma proposta da Renzi nel 2013 e in particolare il documento di JP Morgan utilizzato molto dal Movimento 5 Stelle stesso per dimostrare come siano i grandi conglomerati finanziari a volere la distruzione delle Costituzioni dell'Europa del sud, ultimo bastione per le loro scorrazzate senza limiti.


Vi riportiamo il suo post:

"Durante la campagna referendaria contro il finto taglio del Senato voluto da Renzi ho letto, in molti comizi, alcuni passaggi di un documento scritto nel maggio 2013 dalla JP Morgan, (la società finanziaria coinvolta nella crisi dei subprime che ha dato il là alla crisi economica statunitense e mondiale). Si tratta di un documento di sedici pagine, significativamente intitolato in questa maniera: “Aggiustamenti nell’area euro”.
Merita di essere riletto anche ora. A pagina 12 e 13 si parla espressamente delle Costituzioni dei Paesi europei:

«Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea».

E ancora: «I problemi economici dell’Europa sono dovuti al fatto che i sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo».

Per concludere: «I sistemi politici e costituzionali del Sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)».

Direi che si commenta da sé.

È evidente che le Carte costituzionali – non sono quella italiana – sono un impaccio per il sistema finanziario; che infatti mira alla “governabilità”, non alla democrazia e alla garanzia di diritti sociali.
Le Costituzioni– ci suggerisce Morgan – nascono dalla fine dei fascismi, tutelano i diritti dei lavoratori, evitano “riforme” economiche (leggi: tagli, spending review, involuzioni neoliberiste).

Addirittura le costituzioni garantiscono quella cosa orribile, obsoleta da eliminare che è “il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi”

Il taglio dei parlamentari porta una piccola riduzione dei costi e una sforbiciata a quella che viene percepita come l'odiosa casta, ma trascina con se un ulteriore indebolimento del Parlamento a favore dei Governi da qui ai prossimi decenni. Che succederà allora quando non ci saremo più noi a vigilare?

Il timore che questo sia un passo, magari inconsapevole, verso il taglio della democrazia e dei diritti dei cittadini auspicato da multinazionali come la JP Morgan non mi fa dormire la notte.

#ioVotoNo

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