"Giuseppe was very, very happy". Che fine hanno fatto i 100 milioni di aiuti promessi da Trump?



di Francesco Fustaneo


“Dagli Usa 100 milioni di dollari all'Italia”, così titolavano le prime pagine dei quotidiani italiani lo scorso 31 marzo.

L'Italia, allora in piena crisi pandemica, soffriva di carenza di personale medico e di forniture sanitarie; le terapie intensive e le sale ospedaliere erano sull'orlo del collasso. L'Unione Europea tardava a prestare i suoi aiuti, mentre dall'estero arrivavano forniture sanitarie e personale medico da Russia e Cina per non parlare dei contingenti medici inviati dalla piccola Cuba.

La percezione dell'opinione pubblica italiana sul ruolo dei paesi “amici” andava mutando. Gli Stati Uniti fino a quel momento erano rimasti sostanzialmente a guardare, anzi se avevano fatto parlare di sé era per aver acquistato mezzo milioni di kit diagnostici da un'azienda bresciana da destinare in patria, proprio quando nel nostro paese scarseggiavano. Tale mossa aveva indispettito in tanti, finanche il “filoamericano” per sua stessa ammissione, Zaia, governatore del Veneto.





Dieci giorni prima l'annuncio plateale di Trump (video sopra), usciva invece la notizia che veniva smantellato un'’ospedale da campo della Nato, a Taranto, per essere destinato al Lussemburgo. La vicenda finiva per essere oggetto anche di un'interrogazione parlamentare.

Tutto questo proprio mentre nel nostro paese morivano 4.825 persone, con più di 42mila persone contagiate dal Covid-19.

Gli aiuti dagli Usa si erano limitati fino ad allora per lo più, a portare la firma di aziende o fondazione private o di organizzazioni umanitarie come la Samaritan's Purse che aveva allestito un ospedale da campo a Cremona fornendo personale medico per l'assistenza sanitaria.

Insomma occorreva un'inversione di rotta da parte di Washington per controbilanciare in termini di immagine gli aiuti apportati dagli storici rivali russi, dai cinesi e in parte anche da Cuba.

Così in una telefonata tra Trump e Conte, il primo proprio il 31 marzo aveva promesso l'arrivo di 100 milioni di dollari in forniture sanitarie per l'Italia: “Giuseppe was very, very happy”, aveva affermato lo stesso Trump in una successiva conferenza stampa.

Ma sei mesi dopo l'annuncio plateale cosa ne è stato di quegli aiuti?

Il dato certo è che gli Usa, caduti anch'essi nella morsa pandemica hanno dovuto azionarsi nelle settimane successive per accaparrarsi materiale sanitario per l'emergenza non disdegnando nemmeno aiuti russi o forniture acquistate dalla Cina. La Cnn aveva anche fatto filtrare la notizia che Mike Pence stesse facendo bloccare le spedizioni all'estero delle attrezzature mediche promesse ai paesi alleati, chiedendo invece la loro distribuzione all'interno degli Stati Uniti .

Consultando il sito ufficiale dell'ambasciata statunitense, https://it.usembassy.gov/it/ tra le notizie pertinenti l'argomento degne di nota troviamo il 18 giugno quello della donazione da parte della Marina statunitense “di forniture mediche – un ecografo, aspiratori, monitor, mascherine, guanti e camici chirurgici – agli ospedali di Napoli, Gaeta e in Sicilia per rifornire le scorte esaurite dopo la forte richiesta di tali materiali durante il picco dell’emergenza COVID-19.”

Il 25 giugno viene invece resa nota la una donazione da parte della Marina Militare statunitense di scorte e forniture mediche per un valore di 336.000 dollari alla Regione Campania.

In definitiva gli aiuti pervenuti finora in Italia appaiono molto lontane dalle cifre promesse da Trump.

L'interrogativo dunque rimane: si è trattato solo di un' annuncio di facciata?

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