L'Intervista al capo dell'AIEA Rafael Grandi e le autocensure di Repubblica


Da un po' di giorni i nostrani brogliacci della NATO sono stati di nuovo sguinzagliati per attaccare quelli che un tempo venivano definiti gli inveterati nemici delle "democrazie".

Ci ha pensato il Corriere della Sera togliendo il guinzaglio a Milena Gabanelli con suoi attacchi alla Cina, responsabile con le sue omissioni della pandemia da Covid-19, violatrice dei diritti umani e di ogni altro crimine. Tutti argomenti trattati con la stessa retorica di Trump, guarda caso. Perché, ricordate, quando il magnate interviene in politica estera, qualsiasi cosa dica o faccia è la verità e non si discute, lo si appoggia e diventa il presidente di tutti: democratici, liberali o sinistri.

Oggi tocca al foglio della famiglia Elkann-Agnelli, 'Repubblica', in questo caso per mostrare l'Iran come una minaccia, con l'intervista al capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, AIEA, Rafeal Grandi, fortemente voluto in questo incarico da Washington. Una delle pochissime cose vere di questa intervista.

Nell'intervista di Repubblica realizzata da Vincenzo Nigro, Grandi ricorda che attualmente la sfida più importante dell'Aiea è il nucleare iraniano e la reticenza di Teheran a non far ispezionare i suoi siti dove si arricchisce l'uranio. Il capo dell'Aiea lancia un allarme: l'Iran non sta rispettando il protocollo del Trattato per non proliferazione nucleare, TNP.

Avrebbe dovuto almeno l'onestà di dire che dopo l'uscita dal trattato JCPOA, accordo sul nucleare iraniano, del 2015, qualsiasi nazione avrebbe agito come l'Iran arricchendo l'uranio.

Grandi è l'utile idiota, è stato messo lì dagli USA e fa il suo compito. Sarebbe stato, invece, compito dell'intervistatore chiedergli ma le 90 testate nucleari di Israele non sono un pericolo, una sfida dal momento che Tel Aviv non ha aderito al TNP? Quando ci sarà un ispezione dell'Aiea nei siti israeliani, quando si chiederà a Tel Aviv l'accesso a tali siti?" Le tecnologie nucleari inviate da Trump all'Arabia Saudita, non proprio un esempio di democrazia, non sono forse una sfida per l'Aiea?

Non è affatto un illazione quella delle armi nucleari israeliani. È un segreto di Pulcinella, lo scorso 16 giugno, intervenendo in audizione in Commissione Affari esteri al Senato durante i lavori dell’affare assegnato sulle priorità dell'”Italia nel quadro dei nuovi equilibri geopolitici nel Medio Oriente allargato”, Dror Eydar, ambasciatore dello Stato di Israele in Italia, ammise implicitamente, il possesso di tali armi.

L'ICAN in un rapporto svelò che Israele spende 1 miliardo di dollari in armi nucleari. Una notizia ripresa anche dai media israeliani in questi anni. Qui un esempio, il The times of Israel che rilanciava un articolo in merito dal The Guardian, che non si può certo accusare di essere antisionista o addirittura antisemita.

Sono informazioni che il mainstream conosce molto bene, si evita di proposito di fare domande scomode. Il motivo è semplice, l'occidente è in guerra, neanche tanto fredda. Tutte le guerre di aggressione degli ultimi 30 anni però, sono state avviate allo stesso modo, con un unico strumento: la propaganda.

La Redazione

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