Turchia, il generale Erenel propone "una base turco-russo-cinese" a Cipro Nord

Una base navale turco-russo-cinese nella Repubblica Turca di Cipro del Nord. Questa è la proposta avanzata dal generale Fahri Erenel. Secondo il militare turco in congedo si tratta di una strada quasi obbligata per Ankara. "La difesa dei nostri diritti dipende dalla cooperazione con Russia e Cina, le più importanti rivali degli Stati Uniti”, ha dichiarato Erenel al quotidiano Aydinlik.

Fahri Erenel, professore associato presso l'Università Istinye, membro onorario del Centro di ricerca sulle scienze militari delle forze armate turche e vicepresidente del Centro asiatico turco per gli studi strategici (TASAM), crede che in questo modo la Turchia possa anche smarcarsi dalla pressione NATO.

“La cooperazione a Cipro con questi due paesi, che sono anche membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), cambierà completamente gli equilibri”, permettendo inoltre ad Ankara di mettere in “discussione” le sanzioni NATO.

Una mossa questa che andrebbe anche contro i piani di USA e Israele che cercano di allontanare la Turchia da Russia, Cina e Iran. Per questo le mosse di Ankara dovrebbero mirare a rompere l’assedio statunitense che “per completare il dominio in Medio Oriente deve dividere la Turchia e l'Iran”. Una strategia “necessaria anche per Israele”.

A tal proposito Fahri Erenel comprende in questa strategia quanto avviene in Nagorno-Karabakh dove Armenia e Azerbaigian si confrontano militarmente sul campo.

L’esperto turco afferma che l'Armenia non prende di mira solo l'Azerbaigian ma l’obiettivo reale “è la partnership di Astana”. Erenel evidenzia che “si vuole introdurre un seme della discordia tra i tre paesi coinvolti nel processo di Astana con gli attacchi dell'Armenia. L'attacco di Tovuz è stato prevalentemente un messaggio a questa parte della Nuova Via della Seta”, cioè a quei paesi coinvolti nel progetto strategico cinese.

Il generale di brigata in congedo afferma poi che l’alleanza Turchia, Cina, Russia e Iran sarebbe necessaria per bilanciare la coalizione formatasi nel Mediterraneo Orientale tra Francia, Repubblica di Cipro, Israele, Grecia, Egitto, Italia ed Emirati Arabi Uniti. Ha quindi sollevato due questioni in risposta agli attacchi diplomatici nei confronti della Turchia: “Perché non hanno protestato con l'Amministrazione greco-cipriota di Cipro del sud (GASC), che ha firmato un accordo con la Francia per aprire una base a Mari quando non c’è ancora una soluzione riguardo all’isola. O perché non vogliono fermare i tentativi di Israele di costruire porti qui".

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