Covid, il presidente del Consiglio superiore di sanità: "Non siamo in emergenza"

"Che ci sia stata un'accelerazione negli ultimi 10-15 giorni è indubitabile, però prima di parlare di crescita esponenziale ci andrei cauto. Non siamo in questa situazione. E' giusto guardare ai numeri con attenzione massima ma non siamo in una situazione né di panico né di allarme”, a dichiararlo è il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ospite del programma Mezz’ora in più in onda su RaiTre.

Dichiarazioni che vanno a cozzare col clima da terrorismo mediatico venutosi a creare nell’ultima settimana in Italia. Per Locatelli la situazione è abbastanza chiara: “Abbiamo 700 persone nelle terapie intensive, nemmeno paragonabile al momento del picco con più di 4.000 pazienti. Degli 11.000 casi registrati ieri, un pochino meno di un terzo riguarda soggetti sintomatici”.

Quando deve scattare l’allarme?

“Per dire che la pandemia è fuori controllo servono altri fattori: occupazione posti letto, contact tracing. C'è una linea di pensiero che si sta sviluppando in ambito europeo che dice che il sistema rischia di andare fuori controllo quando c'e' circa l'1% di popolazione infetta, in Italia 600.000 persone”, ha poi spiegato Locatelli.

Nuovo lockdown o coprifuoco

Da più parti si paventa la possibilità di un nuovo lockdown o di un coprifuoco serale per cercare di mettere un freno al diffondersi dei contagi. In merito a queste ipotesi il presidente del Consiglio superiore di sanità commenta: “Voglio sperare che non arriviamo a lockdown su scala nazionale, si sta lavorando a questo, anche per contemperare la tutela della salute con il mantenimento delle attività produttive nel Paese”.

Anche sull’ipotesi di un coprifuoco come imposto dalla Francia nelle ore serali Locatelli si dichiara scettico pur affermando “certo un occhio sugli assembramenti forse va dato, magari implementando i meccanismi di sorveglianza”.

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