Golpisti non si arrendono in Bolivia. Assassinato Orlando Gutiérrez, leader sindacale, nel silenzio assordante dell'UE



Ricoverato da diversi giorni in una clinica della città di La Paz dopo un attentato subito da un gruppo di estrema destra, il segretario esecutivo della Federazione sindacale dei lavoratori minerari della Bolivia (Fstmb), Orlando Gutiérrez, è morto questo mercoledì.

Gutiérrez era stato vittima di un attentato, da un gruppo di persone che protestavano per i risultati delle elezioni che avevano dato la vittoria all’esponente del Mas Luis Arce dopo il golpe dell’ottobre 2019 contro l’ex presidente Evo Morales.

Il personale medico consultato dal quotidiano Página Siete Digital ha brevemente confermato la morte di Gutiérrez, senza specificare ulteriori informazioni.

Ad annunciare il decesso anche il neo-presidente eletto Luis Arce Catacora su Twitter.

"Esprimo il mio profondo rammarico per la partenza fisica del fratello Carlos Orlando Gutiérrez Luna (RIP). Grande leader minerario che ha sempre difeso gli interessi del popolo boliviano. La mia solidarietà con la famiglia in questo momento difficile, li accompagniamo nel loro dolore", ha pubblicato Arce.

La morte è stata annunciata anche dall’ex presidente Evo Morales. “Con profondo dolore ho appreso della morte del compagno Orlando Gutiérrez, un giovane, coraggioso e impegnato leader minerario della storica FSTMB e militante del Processo di Cambiamento. Le mie condoglianze e la solidarietà con la sua famiglia”.

A questo proposito, il presidente eletto, Luis Arce, ha utilizzato il suo account Twitter per esprimere le sue condoglianze per la morte del leader minerario.

Durante i festeggiamenti per la vittoria di Acre e in una delle sue ultime dichiarazioni pubbliche Gutierrez annunciava: "Hanno distrutto l'estrazione mineraria, gli idrocarburi, tutto l'apparato produttivo è morto con questo governo di fatto (..) i sindacati e le organizzazioni sociali, il popolo nel suo insieme ricostruirà la Bolivia".


Dopo l'attentato, la Fstmb ha dichiarato lo "stato di emergenza nazionale" e ha accusato i gruppi golpisti di estrema destra chiamati "pititas" per la morte del loro leader. “Viene confermato che ha subito un attacco ed è stato colpito alla testa dopo le elezioni del 18 ottobre. Non è sopravvissuto a quei colpi. È stato ucciso. La destra è assassina, qui, in Bolivia, in Cile, in Colombia, in Congo (Lumumba), negli Stati Uniti, è nel suo DNA. Prepararsi!”. Il commento dell’intellettuale argentino Atilio Boron su twitter.

Ennesimo crimine quindi in Bolivia di quell’estrema destra golpista protagonista del golpe finanziato e supportato dagli Stati Uniti con il sostegno dell’OSA e il silenzio-assenso dell’UE. A proposito dell’UE, nell’attesa di una condanna di questo assassinio politico di quella estrema destra che sostiene nei suoi intenti golpisti anche in Venezuela, il silenzio di Bruxelles diviene sempre più assordante e imbarazzante osservando scene come questa illustrata dall'inviato di Telesur.

Donne in preghiera davanti una caserma di militari che chiedono un secondo golpe dopo l'ennesimo trionfo democratico del Movimento al Socialismo.

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