Lutto di tre giorni in Palestina per la morte di SAEB EREKAT



Il sessantacinquenne rappresentante dell’OLP e di Al Fatah, nonché rispettata figura di rilievo in numerosi negoziati, purtroppo sempre conclusisi con un nulla di fatto a causa della disparità delle forze in campo, oggi ha perso la sua ultima battaglia.

Già in condizioni fisiche molto fragili, poiché nel 2012 era stato ricoverato in ospedale per seri problemi di cuore e nel 2017 aveva subito il trapianto di un polmone in seguito alla fibrosi polmonare di cui soffriva, un mese fa aveva accusato disturbi respiratori ed era stato ricoverato in ospedale dove era risultato positivo alla covid-19.

Si possono avere idee diverse circa la strategia vincente (finora sconosciuta) per arrivare ad una giusta soluzione che rispetti il popolo palestinese e i suoi diritti regolarmente violati, ma non si può disconoscere il lavoro portato avanti per decenni con tenacia e pazienza da Saeb Erekat, già fedelissimo collaboratore del presidente Arafat.

Nato ad Abu Dis, alla periferia di Gerusalemme, a soli 13 anni aveva conosciuto il carcere israeliano per aver scritto sul muro il suo no all'occupazione dei Territori palestinesi.

Mandato a studiare all’estero, dopo essersi laureato era tornato in Palestina. Aveva insegnato scienze politiche presso la prestigiosa università Al Najah di Nablus e per molti anni aveva fatto parte del comitato editoriale di Al-Quds, uno dei quotidiani più letti in Palestina.

Tra i molteplici incarichi politici da lui ricoperti, oltre all’elezione nel Consiglio legislativo (cioè il parlamento palestinese) ed agli incarichi di governo, si ricorda la sua partecipazione come vice-capo delegazione alla Conferenza di Madrid del 1991 e i tristemente famosi Accordi di Oslo del 1993-94, nonché gli incontri di Camp David nel 2000, di Taba nel 2001, di Annapolis nel 2007.

Non era conosciuto solo come politico ma anche come uomo di cultura, Saeb Erekat, e la sua pazienza e determinazione nel portare avanti, anche nelle condizioni oggettivamente peggiori, la convinzione che il tempo avrebbe dato ragione alla causa palestinese erano proverbiali tra chi lo conosceva personalmente. Ne sia prova il fatto che, pur essendo assolutamente contrario al cosiddetto “piano del secolo” pensato da Kushner e Trump e da lui assolutamente avversato sia in generale che in ogni particolare, aveva programmato nuovi incontri internazionali per raggiungere l’obiettivo di uno Stato palestinese sovrano e con continuità territoriale, inserendo tra i diplomatici anche lo stesso Kushner.

Purtroppo la sua vita è terminata prima che il suo impegno pluridecennale avesse ragione sull’ingiustizia storica subita dalla Palestina. Quel malessere che un mese fa lo aveva portato in ospedale dove era risultato positivo alla Sars-Cov2, si è concluso con la sua morte.

Il suo assassino diretto è stata la covid-19 che lo ha aggredito proprio nella parte più debole del suo organismo già gravemente minato.

L’ambasciata di Palestina in Italia, attenendosi alle misure precauzionali anti-covid, mette a disposizione di chiunque voglia lasciare un pensiero di rispetto o di cordoglio, un libro virtuale di condoglianze al quale si potrà accedere da domani 11 novembre fino a venerdì 13 inviando i propri messaggi al seguente indirizzo itemb@mofa.pna.ps


Patrizia Cecconi

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa