Si tratta del whistleblower, o segnalatore di illeciti se non vogliamo utilizzare una terminologia anglosassone, forse più ‘celebre’ delle americhe. Edward Snowden, attualmente rifugiato in Russia dove ha ottenuto un permesso di residenza per sfuggire alla maglie dell’(in)giustizia statunitense chiede al presidente Trump una grazia. Ma non per lui, come si potrebbe immaginare, chiede a al presidente uscente tramite Twitter di graziare Julian Assange.
Scrive Snowden: «Signor Presidente, se concede un solo atto di clemenza durante il suo mandato, per favore: liberi Julian Assange. Solo lei puoi salvargli la vita».
Mr. President, if you grant only one act of clemency during your time in office, please: free Julian Assange. You alone can save his life. @realDonaldTrump
— Edward Snowden (@Snowden) December 3, 2020
Il giornalista australiano si trova attualmente detenuto in un carcere di massima sicurezza in quel di Londra e sottoposto ad un processo farsa dove il suo destino sembra già segnato. La sua vita, secondo i familiari e gli avvocati che lo assistono è in pericolo se non riceve cure adeguate.
Assange deve pagare in quanto giornalista che ha denudato il re. Svelato i crimini e le manovre dell’imperialismo sempre attento a mascherare con l’aiuto dei media mainstream l’effetto devastante delle proprie politiche criminali.
Una vasta campagna è in corso per chiedere a Trump la grazia per entrambi i whistleblower.
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