Oramai non ci sono più dubbi. A denti stretti o sottovoce, lo ammette persino qualche decennale tifoso. La Torino-Lione è indifendibile, vecchia, superata. Chi è rimasto a sostenerla usa soltanto più argomenti reazionari e dottrinali. Sembra di ascoltare – molto in piccolo, per carità! si parva licet componere magnis – le tesi del Sant’Uffizio contro Galileo Galilei. Dogma contro scienza.
Gli ultimi mesi lo dimostrano limpidamente. Mettiamo in fila 3 episodi.
Allora, ecco il punto.
Da un lato troviamo numeri, dati, relazioni tecniche approfondite, esperti di vario titolo, professori universitari. In un normale dibattito scientifico, comune per metodo a tutto il mondo da oltre 400 anni (Galileo docet), ci si aspetterebbe che le loro argomentazioni venissero controbattute, discusse, ed eventualmente rigettate, sulla base di numeri, dati, relazioni, esperienze di campo, bibliografie, almeno di pari livello. Invece no. Quello che sarebbe pacifico e normale in ogni campo dell’umano sapere non vale nel caso della Torino-Lione. Qui siamo alle Crociate: Deus vult!
Per proponenti e sostenitori è diventata un articolo di fede. Non è in discussione nessuna delle sue articolazioni. Le critiche ormai grandinanti che provengono da svariati settori vengono liquidate con qualche battuta, mai con argomenti altrettanto solidi e verificabili. Un rovesciamento grottesco e paradossale della normalità: i proponenti non dimostrano le ragioni dell’opera che propugnano, gli oppositori ne documentano danni e inutilità. Ideologia acritica contro analisi fattuali.
In ultima analisi, si tratta di una pervicace mancanza di rispetto per il territorio, i suoi abitanti e i suoi amministratori. E per la Logica. Ci interroghiamo sempre sulle ragioni di tale atteggiamento, da 3 decenni adoperato da chiunque rappresenti la controparte. Sciatteria? Supponenza? Incompetenza? O semplicemente paura di affrontare la realtà e quindi di perdere faccia e quattrini? Non lo sappiamo; probabilmente un velenoso mix di tutte queste meschinità.
Sic stantibus rebus, cosa accadrà in futuro? Si può certo continuare a fare finta di nulla ma la verità è che coloro che si continua a descrivere come villici coi forconi sono dalla parte della ragione e della scienza, gli altri da quella dell’oscurantismo e dell’ignoranza. Naturalmente, absit iniuria verbis.
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