No del Brasile a Sputnik, Lula all'attacco di Bolsonaro

29 Aprile 2021 14:08 Fabrizio Verde

I tecnici dell'Agenzia Nazionale di Sorveglianza Sanitaria (Anvisa), in Brasile, hanno fermato all'ultimo minuto l'importazione del vaccino russo Sputnik V per far fronte alla crisi sanitaria dovuta al Covid-19 nel paese sudamericano.

Anvisa ha affermato che che mancavano i documenti e che le incongruenze rendevano impossibile analizzare il "rischio-beneficio" del vaccino. I dati raccolti sulla sua efficacia sono "incerti", ha affermato Gustavo Mendes Lima Santos, responsabile dei medicinali e dei prodotti biologici di Anvisa.

In merito a tale decisione, va ricordato che gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sul Brasile per non acquisire i vaccini sviluppati dal governo russo, secondo un rapporto del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti uscito il 16 aprile.

L'account Twitter ufficiale di Sputnik V ha risposto che il Gamaleya Research Institute ha fornito "tutte le informazioni e la documentazione necessarie" ad Anvisa e ha affermato che la decisione presa dalle autorità sanitarie statunitensi "era di natura politica" e non aveva "nulla a che fare con l’informazione o la scienza”.

In seguito alla bocciatura dell’ente di vigilanza sanitaria brasiliano sono partite le speculazioni nei soliti ambienti russofobi occidentali. Tutto ad un tratto il tanto criticato Brasile di Bolsonaro viene quasi preso a modello da seguire. Pur di continuare nell’opera di demonizzazione del vaccino russo.

Vale la pensa ricordare che il Brasile è uno degli epicentri mondiali dell’epidemia. Il presidente Bolsonaro con le sue scellerate politiche non è stato capace di tenere sotto controllo l’epidemia e ha provocato una vera e propria strage nella regione amazzonica dove gli ospedali sono collassati ed era terminato l’ossigeno.

Ossigeno poi fornito tramite spedizioni settimanali dal Venezuela del tanto odiato Maduro.

La decisione di bloccare l’arrivo di Sputnik in Brasile è stata molto criticata anche in patria. Il governatore dello stato brasiliano del Piauí, Wellington Dias, ha affermato: “Sfortunatamente, il Brasile perderà l'opportunità di ricevere il lotto di aprile del vaccino Sputnik V. Il ritardo nella licenza di importazione è dovuto alla burocrazia Anvisa e alla burocrazia dei requisiti previsti dalla legge. La legge afferma che la certificazione deve essere presentata da un'agenzia di regolamentazione internazionale. Questo è stato fatto dagli stati e abbiamo ancora bisogno di una serie di altri documenti ”, ha dichiarato.

Il governatore del Ceará, Camilo Santana, ha dichiarato sul suo account Twitter di rispettare la decisione ma che questa lo coglie di sorpresa, poiché "lo Sputnik V è già utilizzato in circa 60 paesi con un'efficienza del 91,6%".

L’ex presidente Lula ha infine evidenziato che non solo Sputnik ha subito cancellazioni in Brasile. Bolsonaro avrebbe fermato l’acquisto di ben 700 milioni di dosi di vaccino anti Covid. Non solo Sputnik quindi, ma praticamente tutti i produttori di sieri hanno visto il Brasile annullare l’acquisto di dosi offerte.

Secondo quanto denuncia Lula sarebbero 138 milioni provenienti dal programma Covax dell’OMS; 100 milioni da Sputnik; 200 milioni da AstraZeneca; 160 milioni da Butantan; 70 milioni da Pfizer;
20 milioni da Jonhson&Johnson; 20 milioni da Moderna; 20 milioni da Bharat.

“Pensate che io sia felice di definire Bolsonaro un genocida? Sfortunatamente - conclude laconico Lula - questo cittadino ha fatto tutto in modo diverso da ciò che la scienza brasiliana gli ha consigliato di fare”.

E troppo spesso ha agito per assecondare i piani geopolitici di Washington senza curarsi delle gravi ricadute sulla salute del popolo brasiliano.

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