Perù, la guerra mediatica contro Castillo lo fa crescere nei sondaggi

25 Maggio 2021 14:02 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Il prossimo 6 di giugno il popolo peruviano è chiamato a una scelta netta: il prossimo inquilino della Casa di Pizzarro sarà infatti il maestro comunista Pedro Castillo oppure la neoliberista Keiko Fujimori, figlia del dittatore Alberto.

Secondo nuovi sondaggi in testa alle preferenze ci sarebbe ancora Castillo. Un sondaggio condotto da Ipsos assegna al maestro outsider 52,6% delle preferenze popolari contro il 47,4% di Fujimori. Allo stesso modo la società Datum registra che il 53,15% delle preferenze andrebbero a Castillo con Fujimori ferma al 46,85%.

Un terzo sondaggio afferma che Castillo otterrebbe il 44,8 per cento a Castillo mentre il 34,4 a Fujimori. Quindi ben 10 punti di vantaggio per il candidato di sinistra. In tutti i sondaggi il candidato comunista è in crescita rispetto alle rivelazione della settimana precedente.

Castillo, segnala Prensa Latina, prevale nelle province di Lima e nelle regioni Nord, Centro, Sud ed Est. Fujimori mantiene la maggioranza nella Lima metropolitana, dove si concentra circa un terzo della popolazione.

Il presidente di Ipsos, Alfredo Torres, ha detto che le ultime due settimane prima del secondo turno sono decisive. Torres ha anche affermato che due settimane prima del secondo turno del 2016, Fujimori aveva un vantaggio di cinque punti su Pedro Pablo Kuczynski, lo stesso di Castillo, ma poi Kuczynski ha prevalso con un lieve vantaggio. Il presidente di Ipsos ha però ‘dimenticato’ di ricordare che Fujimori è una candidata invisa a buona parte della popolazione peruviana.

Campagna mediatica contro Castillo

Il trend in crescita per Castillo è un risultato a dir poco stupefacente. La campagna per il secondo turno è infatti caratterizzata da un forte contenuto anticomunista del ‘Fujimorismo’ con il sostegno aperto e attivo della stragrande maggioranza dei media. Una vera e propria campagna di demolizione contro il candidato della sinistra, come la definisce l’inviato a Lima del quotidiano argentino Pagina|12, Carlos Noriega.

I media mainstream, con la narrazione che ben conosciamo e le solite distorsioni, sono tutti allineati con la candidata della destra neoliberista e si sono coalizzati per attaccare il candidato alla presidenza di Perù Libre, Pedro Castillo. Al contempo cercano di ripulire l’immagine non proprio positiva di Keiko Fujimori, che porta dietro di sé autoritarismo e corruzione.

Castillo, spiega Noriega, è stato colpito da una massiccia campagna di paura. I media affermano che la sua vittoria porterebbe "una dittatura comunista" e la presa del potere da parte dei “terroristi di Sendero Luminoso”. Con il solito corollario, una narrazione trita e ritrita uguale a quella degli anni 50’: il governo comunista di Castillo priverà il popolo delle case e dei risparmi. Le aziende chiuderanno, la disoccupazione crescerà drammaticamente, ci saranno gravi carenze.

Dal canto suo, la neoliberista Fujimori non è da meno. "Morte al comunismo, morte a Cerrón e Castillo”, ha esclamato durante un comizio il suo alleato Rafael López Aliaga, un fascista noto come "Porky", terzo al primo turno con l'11,7 per cento e che in in questo secondo turno è diventato un attivo alleato di Keiko. Un membro del Congresso eletto dal partito fascista guidato da López Aliaga, l'ammiraglio in pensione Jorge Montoya, ha annunciato che quando entrerà in carica a luglio presenterà un progetto di legge per bandire i partiti di sinistra. Seguendo questa linea di minacce, alti funzionari in pensione, tra cui una mezza dozzina di membri del Congresso eletti, hanno rilasciato una dichiarazione con tono golpista che invita a serrare i ranghi per non permettere il trionfo del "comunismo".

Insomma, la destra vuole a tutti i costi difendere la continuità del modello neoliberista.

La potente macchina mediatica è stata messa al servizio della candidatura della destra e i giornalisti che non si schierano vengono vessati o licenziati. Il caso più noto è quello del direttore dei notiziari del principale canale televisivo in chiaro, América, e del più importante canale di notizie via cavo, Canal N - entrambi di proprietà del Grupo El Comercio, che controlla anche l'80 per cento dei quotidiani cartacei - Clara Elvira Ospina, licenziata dopo il primo turno elettorale poche ore dopo aver incontrato Keiko e avergli detto che la linea di informazione di entrambi i canali non sarebbe stata messa a disposizione della campagna di Fujimori.

Per questo la crescita nei sondaggi di Castillo è molto significativa. Evidentemente il popolo peruviano è allo stremo, con un paese devastato dal neoliberismo. Il prossimo 6 di giugno definirà la continuità o il cambiamento del modello economico neoliberista.

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