Perù: Keiko Fujimori chiede l'annullamento di 200.000 voti per Castillo

10 Giugno 2021 12:00 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Visto che la sconfitta di misura è ormai certa, la destra di Keiko Fujimori grida ai brogli.

La figlia dell’ex dittatore Alberto Fujimori, ha quindi avviato il processo per presentare ricorso per l'annullamento di 802 seggi elettorali, che corrispondono a 200.000 voti.

L’obiettivo è quello di andare ad annullare voti ottenuti da Castillo nel centro e sud del Paese, ossia quelle zone dove il maestro rurale ha fatto il pieno di preferenze. Gli sforzi si concentreranno quindi su Cajamarca, Ancash, Ayacucho, Huancavelica, Arequipa, Cusco, Moquegua, Puno e Tacna. In caso di successo, centinaia di migliaia di peruviani saranno privati del diritto di eleggere il loro presidente, consentendo a Fujimori di invertire i numeri per rubare le elezioni.

La procedura, attraverso la quale il partito Fuerza Popular di Fujimori sta tentando di manipolare l'esito elettorale, prevede un nutrito team di avvocati di grande esperienza e il pagamento di 1.100 soles (moneta peruviana) per ogni seggio elettorale, per un costo totale di 882.200 soles. La candidata ha dichiarato che "sono ancora in gioco 500.000 voti" calcolando tutti i fogli di conteggio osservati, aggiungendo che "mezzo milione di voti a livello nazionale che riteniamo essenziale analizzare per il riconteggio finale".

Quando Keiko Fujimori, lunedì sera, ha lanciato per la prima volta accuse infondate di “brogli sistematici” è apparso chiaro che il vantaggio di Castillo sarebbe stato irreversibile, con la sua sconfitta inevitabile.

Le insinuazioni di Fujimori sono state nella giornata di ieri seccamente smentite dal presidente dell’autorità elettorale peruviana, Jorge Salas, il quale ha dichiarato che Fujimori parla di "brogli che non esistono”. Lo stesso Salas ha poi denunciato la presenza di manifestanti presso la sua casa per mettergli pressione. “Deploro la presenza di manifestanti che si recano negli organi elettorali per fare pressione o richieste. I leader politici dicono di avere fiducia nei corpi elettorali, ma alcune persone stanno arrivando per cercare di disturbare la tranquillità. Questo è già sbagliato", ha sottolineato.

Allo stesso modo, ha riferito che queste proteste sono svolte anche presso la sua abitazione per tre volte, colpendo l'ambiente della sua famiglia e le persone che vivono intorno a lui.

“L'ultima volta è stato questo mercoledì, (c'erano) almeno 20 (persone). Hanno insultato, cantato e fatto rumore con vuvuzelas e altri elementi. Sono inquietanti, ovviamente per me, ma anche per i vicini. Mi sembra del tutto inopportuno, da un lato, pretendere velocità, serenità e andare a disturbare”.

Con oltre il 99% dei voti scrutinati, Castillo di Peru Libre, è il chiaro vincitore con un margine di 71.500 voti (Castillo con il 50,2% e Fujimori con il 49,8%) e attende la dichiarazione delle autorità elettorali al termine del conteggio ufficiale dei voti.

Nonostante i suoi attuali tentativi di minare il processo democratico, Fujimori afferma che accetterà la conclusione raggiunta dalla Giuria Nazionale delle Elezioni (JNE) e dall’Ufficio Nazionale dei Processi Elettorali (ONPE).

Castillo ha ribadito l'invito alla calma ai suoi sostenitori, questa volta, dalle sue pagine social ufficiali:

“Cari fratelli e sorelle: ringrazio coloro che continuano a resistere nelle strade. Non cadiamo nelle provocazioni di chi vuole vedere questo Paese nel caos. Pertanto, chiediamo pace, tranquillità e unità. Restiamo saldi e gioiosi in questa lotta finale che appartiene a tutti i peruviani”.

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