Premier palestinese sul governo Bennett: "Si chiude una pagina nera. Se ne apre una non meno pericolosa"

14 Giugno 2021 14:42 La Redazione de l'AntiDiplomatico

In un clima molto teso, come testimoniato dal pericolo di attentati politici segnalato dal capo del servizio segreto militare, il leader del partito ultrazionalista Yamina, Naftali Bennett, ha prestato giuramento come tredicesimo primo ministro israeliano, insieme al presidente del partito Yesh Atid, Yair Lapid, che lo sostituirà nell'agosto 2023 se tutto andrà come previsto.

La Knesset, il parlamento monocamerale israeliano, ha approvato il nuovo governo e ha eletto Mickey Levy del partito Yesh Atid come nuovo speaker. Il giuramento di un nuovo capo del governo ha posto fine al mandato record di Benjamin Netanyahu come primo ministro di ben 4.456 giorni dal 2009 che adesso diventa leader dell'opposizione parlamentare.

Netanyahu è a capo del partito Likud ed è il parlamentare con il maggior numero di mandati alla Knesset. Domenica, Netanyahu ha promesso che l'opposizione israeliana avrà una voce forte e chiara e tornerà presto al potere.

Endorsement preventivo

Come segnala Piccole Note il nuovo premier è riuscito anche a incassare un endorsement preventivo. “L’American Israel Public Affairs Committee, infatti, si è affrettato a congratularsi col nuovo governo israeliano prima ancora che riceva la fiducia alla Knesset.

Come annota Pfeffer (su Haaretz ndr), nessun Capo di Stato straniero lo ha fatto, dal momento che giustamente tutti aspettano, come si suol dire, che il nuovo primo ministro abbia messo saldamente “i piedi sotto la scrivania”.

Così quello dell’Aipac, più che il riconoscimento di un dato di fatto appare un vero e proprio endorsement verso il governo di unità nazionale. Va ricordato che l’Aipac non è una delle tante associazioni ebraiche americane, alcune delle quali, quelle progressiste in particolare, sono apertamente avverse a Netanyahu, ma è l’Associazione per eccellenza, quella che da anni funge da trait d’union tra Washington e Tel Aviv e che rappresenta Israele negli Stati Uniti, rapportandosi sia con i democratici che con i repubblicani.

Pfeiffer scrive che il comunicato evidenzia l’insofferenza dell’Aipac verso l’attuale premier, pure sempre presente e applaudito alle loro conferenze. In realtà, dietro le quinte, nei colloqui privati, i membri dell’Aipac non sarebbero molto contenti di tali performances, e “sarebbero molto felici se Netanyahu non partecipasse più a una loro conferenza”.

La conclusione è che “non solo l’attuale amministrazione Usa, ma anche gli ebrei americani, a parte alcuni ambiti di destra, sembrano ansiosi di voltar pagina”.

Chi è Naftali Bennet?

Il nuovo premier israeliano è un ex alleato di Netanyahu diventato un acerrimo rivale.

È un ebreo religioso che ha guadagnato milioni nel settore hi-tech. Bennett, a lungo posizionato a destra di Netanyahu, si oppone all'indipendenza palestinese e sostiene fermamente gli insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est, che i palestinesi e gran parte della comunità internazionale vedono come un grave ostacolo alla pace. Bennett ha criticato ferocemente Netanyahu dopo che il primo ministro ha acconsentito a rallentare la costruzione degli insediamenti sotto la pressione dell’ex presidente statunitense Barack Obama. Per un breve periodo è stato capo del consiglio dei coloni della Cisgiordania, Yesha, prima di entrare alla Knesset nel 2013. In seguito Bennett è stato ministro degli affari della diaspora, dell'istruzione e della difesa in vari governi guidati da Netanyahu.

"È un leader di destra, fautore della linea dura in ambito della sicurezza ma allo stesso tempo molto pragmatico", ha detto Yohanan Plesner, capo dell'Israel Democracy Institute, che conosce Bennett da decenni e ha prestato servizio con lui nell'esercito.

Cosa cambia nella politica di Tel Aviv?

Con Bennett nel ruolo di primo ministro al posto di Benjamin Netanyahu cosa cambia nelle politiche israeliane?

Secondo il premier palestinese Mohammad Shtayyeh con Netanyahu mandato all’opposizione si chiude "una pagina nera nella storia del conflitto" israelo-palestinese, ma i dirigenti palestinesi non ritengono “il nuovo governo (Bennett-Lapid ndr) meno pericoloso di quelli che lo hanno preceduto”.

Anche per Hamas non cambia nulla con il nuovo governo a Tel Aviv. “Indipendentemente dalla forma del governo in Israele, non cambierà il modo in cui guardiamo all'entità sionista. È un'occupazione e un'entità coloniale, a cui dovremmo resistere con la forza per riavere i nostri diritti”, ha affermato il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum.

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