Perù, mobilitazioni per Castillo. Studio IPSOS conferma assenza di brogli

20 Giugno 2021 16:36 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Il maestro rurale Pedro Castillo è il candidato uscito vincitore nella competizione elettorale per le presidenziali in Perù. Ha sconfitto di misura Keiko Fujimori, la figlia del dittatore Alberto, che non accetta la sconfitta e continua a parlare di brogli senza presentare alcuna prova concreta.

Intanto la proclamazione di Castillo non arriva ancora. Per questo motivo nella giornata di ieri ci sono state forti mobilitazioni popolari in Perù a favore di Pedro Castillo e in difesa della sua vittoria. Perché la proclamazione tarda ad arrivare e si temono manovre per annullare le elezioni o scippare la vittoria a Castillo.

Le manifestazioni si sono svolte portando le seguenti e chiare parole d’ordine: «Difesa della Democrazia e della Patria. No al golpe». Oltre alla manovre di Keiko Fujimori ci sono stati anche inviti, provenienti da ufficiali in congedo, all’esercito ad effettuare un golpe per evitare che Castillo divenga presidente. Le manovre golpiste hanno però incontrato la netta condanna del presidente Sagasti.

Il conteggio totale dei voti indica la vittoria di Castillo con 8.835.970 voti contro gli 8.791.730 di Fujimori, una differenza di 44.240 preferenze popolari.

Intanto la JNE (Giuria Nazionale Elettorale) del Perù a due settimane dalle elezioni ha chiesto ai cittadini di pazientare nel vagliare gli appelli presentati dai partiti.

Il Fujimorismo e i suoi alleati hanno compiuto manovre per fermare la proclamazione di Castillo.

Keiko Fujimori, così come un’altra esponente della destra Lourdes Flores e altri membri della sua squadra, hanno ribadito che il JNE deve soddisfare le loro richieste e annullare i voti attribuiti a Castillo.

I reclami della destra hanno fondamento?

Le reiterate denunce di Brogli avanzate da Keiko Fujimori e da altri esponenti della destra peruviana nel tentativo di ferma re Castillo hanno fondamento?

Secondo una recente indagine sembra proprio di no. L'analisi predisposta su commissione dell'Istituto Pro Democracia indica che il 95,26% degli atti rientra nei valori normali, e che se tutti gli atipici venissero cancellati, il risultato dell'ONPE non cambierebbe.

Ancora una volta sarebbe Castillo il vincitore.

La stragrande maggioranza degli atti elettorali del secondo turno rientra nei normali parametri statistici, rivela uno studio preparato da Ipsos Perù, commissionato dall'Istituto Pro Democracia; e poco meno del 5% sono classificati come atipici, in quanto lontani dalle medie dei risultati dei rispettivi seggi elettorali.

Questa analisi, effettuata sul 100% degli atti contabilizzati dall'Ufficio nazionale dei processi elettorali (ONPE), rivela che 82.408 appartengono al gruppo standard e che gli atti atipici di cui beneficiano Pedro Castillo o Keiko Fujimori sono simili: per Fuerza Popular sono 1.995 (2,31%), e per Peru Libre 2.085 (2,41%).

Allo stesso modo, non è stato rilevato che in una determinata regione si concentri l'esistenza di questi casi speciali che favoriscono l'uno o l'altro candidato, ma sono disseminati in tutto il paese.

Inoltre questo fenomeno dei voti atipici ricalca quanto accaduto nel secondo turno delle elezioni 2016 quando in gara c’erano Keiko Fujimori e Pedro Pablo Kuczynski. Con quest’ultimo che prevalse per poco.

Inoltre, lo studio determina che la variazione è così piccola che se tutti questi atti venissero eliminati, i risultati non risulterebbero alterati in modo significativo, senza sostanziali differenze con quanto determinato dall’ONPE. Questo senza tenere conto dei casi che saranno risolti dalla giuria elettorale nazionale (JNE) nei prossimi giorni.

Il presidente dell'Istituto Pro Democrazia, Ramiro F. Prialé, afferma che "questo studio fornirà spunti di natura tecnica che aiuteranno a dissipare le domande su un presunto fallimento sistemico del secondo turno elettorale per l'elezione del presidente e dei vicepresidenti della Repubblica”.

Lo studio inoltre chiarisce che non c'è alcuna intenzione di interferire nel lavoro del JNE, che analizzerà "i ricorsi di annullamento che, secondo la legge, Fuerza Popular e Peru Libre hanno presentato".

Lo studio IPSOS conferma come le ultime elezioni abbiano prodotto un risultato molto simile a quelle passate, il che rivela ancora una volta che non ci troviamo di fronte a prove che ci siano stati cambiamenti significativi per quanto riguarda i modelli di voto precedente.

Un’ulteriore conferma che non ci siano stati brogli alle elezioni del 6 giugno.

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