Zakharova: "Nessun vertice UE o NATO ha sollevato dubbi sul destino di Assange"

04 Luglio 2021 17:32 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Una delle questioni dove emerge in maniera palese tutta la doppia morale di marca liberale è il caso Assange. Il giornalista australiano fondatore di Wikileaks, prima perseguitato e costretto a rifugiarsi nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, e adesso incarcerato in un carcere di massima sicurezza nella capitale inglese. La sua unica colpa è quella di aver diffuso notizie che gli Stati Uniti volevano tenere segrete.

A tal proposito, la portavoce ufficiale del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, dopo che uno dei testimoni ha ammesso le accuse di falsa testimonianza nel caso contro il fondatore di WikiLeaks Julian Assange, ha richiamato l'attenzione sul fatto che i leader dei paesi dell'UE o della NATO non hanno toccato il destino del giornalista in uno qualsiasi dei vertici che hanno tenuto.

Forse quelli di Assange non sono diritti umani? Non ha diritto a goderne il fondatore di Wikileaks?

In un'intervista con Stundin, Sigurdur Ingi Thordarson, un testimone chiave nel caso del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Julian Assange, ha ammesso di aver fabbricato parti della sua testimonianza.

"E dopotutto, nessun vertice UE o NATO ha discusso del destino di Assange", ha scritto nel suo canale Telegram la diplomatica russa. Zakharova ha ricordato che il giornalista investigativo è ora in una prigione del Regno Unito. "Il termine della sua reclusione, secondo la legge britannica, è scaduto da tempo. Ma chi se ne frega in Occidente quando ci sono così tante cose interessanti a est del liberalismo”, ha evidenziato la funzionaria di Mosca.

Secondo Zakharova, questa storia è una pessima figura per i sostenitori dei valori liberali occidentali. Inoltre, i metodi, ha osservato, non sono del tutto legali. "Stiamo parlando di pressioni, ricatti e falsi giudiziari. Ma per la macchina del potere repressivo statunitense, i metodi sono giustificati dagli obiettivi”.

Negli Stati Uniti sono state intentate 18 accuse penali contro Assange, per le quali rischia fino a 175 anni di carcere. È accusato di reati legati a un importante caso di divulgazione di informazioni classificate. Dall'aprile 2019, il fondatore di WikiLeaks si trova in una prigione del Regno Unito in attesa di una decisione definitiva sulla sua estradizione negli Stati Uniti.

Il 4 gennaio un tribunale di Londra ha stabilito che la sua estradizione alle autorità statunitensi sarebbe illegale, dal momento che Assange, che soffre di autismo e depressione, sarebbe pronto a suicidarsi e realizzerà il suo piano se finisce in una prigione degli Stati Uniti. Le conclusioni del giudice si sono basate su valutazioni di psicologi ed esperti. Allo stesso tempo, il giudice ha riconosciuto le accuse contro Assange negli Stati Uniti come del tutto legittime e fondate. Al momento, la procura statunitense sta cercando di impugnare la decisione di rifiutare l'estradizione di Assange, a cui il tribunale non ha permesso di lasciare la prigione su cauzione, e quindi rimane in carcere privato della libertà.

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