Convegno WAPE a Shangai con economisti marxisti di tutto il mondo. Multipolarismo contro imperialismo neoliberista

Sinistra.ch

La World Association of Political Economy (WAPE) ha organizzato in collaborazione con la Shanghai International Studies University (SISU) il suo 15° forum annuale il 18 e 19 dicembre scorso a Shanghai in Cina, con sessioni convocate in forma ibrida. Benché nessun giornale e televisione svizzera ed europea ne abbia voluto dare notizia, WAPE è la maggior organizzazione internazionale che riunisce gli economisti e i professori di economia di orientamento marxista e da anni riflette su molte delle scelte che poi si avverano nei paesi dell’Eurasia.

Il forum di quest’anno era intitolato “Ripensare l’analisi economica: prospettive dell’economia politica” e ha visto una folta partecipazione di oltre trecento relatori da una quarantina di nazioni, tra cui Cina, Russia, Brasile, India, USA, Cuba, Francia, Germania, Turchia, ecc. Uno dei paesi con più rappresentanti era proprio quest’ultimo, la Turchia! Non solo per la crisi monetaria che sta vivendo attualmente, ma proprio a dimostrazione del sempre maggiore interesse che il paese governato da Recep Tayyip Erdogan suscita presso i comunisti cinesi. Cosa che, peraltro, il nostro portale – nel silenzio assordante del resto dell’editoria di sinistra – continua a rilevare.

Akfirat: “E’ impossibile per USA e UE creare un’alternativa alla Nuova via della seta”

Proprio a suggellare l’importanza della Turchia, nel comitato direttivo di WAPE è stato eletto per la prima volta il giornalista economico Adnan Akfirat, penna del quotidiano progressista turco “Aydinlik”. Nel suo intervento il neo-eletto ha dichiarato che “nel 21° secolo la strategia della globalizzazione imperialista unipolare atta a distruggere gli stati nazionali è stata sconfitta. Il multilateralismo è diventato un fattore determinante nelle relazioni internazionali e un principio centrale del multilateralismo è quello di perseguire la cooperazione economica piuttosto che la dipendenza. Il sistema di saccheggio neoliberista sta distruggendo il nostro pianeta. L’umanità deve creare una comunità comune che protegga il suo futuro agendo insieme”. E qui si inserisce il successo della Belt and Road Initiative, ossia la nuova via della seta a trazione cinese: “Con il contributo del presidente Xi Jinping si sta creando un meccanismo internazionale che consentirà alle nazioni di svilupparsi condividendo: è un nuovo tipo di modello di relazioni basato sulla forza economica di ciascuna nazione, che adotta come politica di base l’uguaglianza, il rispetto e lo sviluppo congiunto. È quindi assolutamente impossibile per gli USA o l’UE creare un’alternativa ad essa”!

E’ il momento per il marxismo di passare all’offensiva

Questa 15esima edizione del Forum del WAPE – concepita su sei sessioni principali e ben trenta tavole rotonde tematiche (fra cui l’analisi della Belt and Road Initiative, la metodologia della moderna economia marxista, e la riforma dei curricula di studio nelle facoltà di economia) – ha visto non solo un nuovo slancio dell’associazione, ma anche una volontà da parte comunista di tornare all’offensiva negli istituti educativi e di ricerca: il presidente del WAPE Cheng Enfu, che è pure membro dell’influente Accademia Cinese delle Scienze Sociali (CASS), ha infatti proposto di rafforzare la ricerca sia sull’economia marxista in ambito accademico, sia sulla rilevanza tra il controllo della pandemia da COVID-19 e la capacità di governance. Nel corso delle discussioni è emersa la consapevolezza che questi forum forniscano agli economisti marxisti “un’importante arma ideologica”. L’obiettivo – come ha scritto il China Daily – è di “unire i lavoratori di tutto il mondo contro i sistemi ingiusti del capitalismo e delle pratiche egemoniche del neo-imperialismo e costruire una comunità umana dal futuro condiviso”.

Il pensiero dominante nelle facoltà occidentali è un fallimento!

Il tema generale del forum si focalizzava “sulla controversia tra le due principali tradizioni alternative nell’analisi economica, la political economy e la economics“. I seguaci di quest’ultima sono caratterizzati, secondo gli studiosi riuniti nel WAPE, per “la loro comprensione miope dell’economia come semplice mercato” e per il loro “sostegno quasi esplicito al capitale contro il lavoro”, ma il problema fondamentale è che essi “trascurano i fattori sociali e politici e la lotta di classe”. Un approccio, questo, che “si è storicamente dimostrato incapace di capire come funziona l’economia e prevedere e affrontare con competenza le crisi economiche”. Il WAPE tuttavia riconosce, preoccupato, che la corrente ideologica dell’economics “continua a dominare il mondo accademico e i centri decisionali, specialmente in Occidente. Anche dopo l’ultima crisi economica globale il suo dominio rimane incrollabile, poiché è sostenuta da forti interessi di classe”. Tuttavia, il malcontento è forte non solo a livello popolare ma anche all’interno delle università in cui però la pressione ideologica è forte e impedisce una reale libertà accademica e castra il dibattito.

Il WAPE in Svizzera

Da anni il WAPE agisce anche in Svizzera. Lo confermano fonti interne al locale Partito Comunista: non solo il nuovo membro dirigente dell’associazione Akfirat vi aveva fatto visita pochi anni prima, quando incontrò, non a caso, il segretario dei comunisti svizzeri Massimiliano Ay, ma nella Confederazione è l’economista Alessandro Lucchini, vice-segretario politico del Partito Comunista, una delle persone su cui il WAPE può fare riferimento, come testimonia il suo incontro con il prof. Ding Xiaoqin, segretario generale dell’associazione e professore alla Shanghai University of Finance and Economy. Fu infatti Lucchini a costruire i primi contatti con alcuni professori dell’Università di Zurigo già nel gennaio 2018.

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