Ecuador: il regime neoliberista di Lasso arresta il leader indigeno Leonidas Iza

14 Giugno 2022 23:52 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Regime neoliberista e repressione del conseguente malcontento sociale sembrano essere un binomio pressoché inscindibile. A conferma di questo assunto possiamo vedere quanto accade in Ecuador. Le forze armate e la polizia ecuadoriana hanno arrestato Leonidas Iza, presidente della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (CONAIE), l'organizzazione che ha indetto uno sciopero nazionale a tempo indeterminato contro il governo neoliberista del presidente Guillermo Lasso.

"Gruppi d'élite della Polizia e delle Forze Armate hanno detenuto illegalmente Leonidas Iza", ha twittato il CONAIE insieme a un video che mostra le immagini della sua violenta detenzione, avvenuta nella provincia di Cotopaxi.

"Facciamo appello alla nostra struttura organizzativa affinché radicalizzi la protesta e chieda la libertà del nostro massimo dirigente e il rispetto della dignità della nostra lotta”.

Senza menzionare il leader del CONAIE, il presidente Lasso ha dichiarato all'alba che le forze di sicurezza stavano fermando gli autori intellettuali e materiali dello sciopero nazionale. Il politico di destra ha giustificato la sua decisione sostenendo che i manifestanti hanno incendiato un'auto di pattuglia, saccheggiato produttori, rotto parabrezza, attaccato impianti di pompaggio del petrolio, interrotto le forniture di acqua alle comunità e bloccato le strade.

"Ora spetta alla Procura e alla magistratura agire perché nessuno è al di sopra della legge. Non possiamo essere vittime di vandali che vogliono solo causare caos", ha affermato Lasso.

Da quando è iniziato lo sciopero nazionale a tempo indeterminato nelle prime ore di lunedì, alcune città del Paese hanno avuto problemi logistici a causa del blocco delle autostrade con barricate. Nel pomeriggio, il ministro degli Interni Patricio Carrillo ha dichiarato che le comunità indigene hanno "sequestrato" dei poliziotti nel cantone di Saraguro, nella provincia di Loja, per "purificarli" con procedure rituali.

Nel frattempo, la militarizzazione delle città e delle autostrade per contenere la protesta sociale ha suscitato immediata preoccupazione per la situazione dei diritti civili in Ecuador.

"L'arresto illegale del presidente del CONAIE potrebbe segnare l'installazione di una forma di fascismo, un fascismo 'a tavolino' portato avanti da procuratori e giudici al servizio del regime", ha dichiarato Romel Jurado, avvocato e difensore dei diritti umani.

"Per questo è necessario che i massimi dirigenti di tutte le forze politiche e le organizzazioni sociali chiedano l'immediato rilascio di Leonidas Iza, gli offrano ogni tipo di sostegno, compresa l'assistenza legale, e invitino i loro militanti ad aderire allo sciopero nazionale".

Intanto il movimento non sembra farsi intimidire dalle politiche repressive di Lasso. Il Movimento Indigeno e Contadino del Cotopaxi (MICC) ha invitato tutte le comunità e le organizzazioni di base a unirsi a una "grande rivolta popolare" e a chiedere la liberazione del leader della CONAIE Leonidas Iza.

"L'amministrazione del presidente Guillermo Lasso criminalizza e perseguita politicamente Leonidas Iza", ha sottolineato il MICC, denunciando che il suo arresto è avvenuto in modo arbitrario, illegale e violento. Il MICC ha inoltre ribadito la sua intenzione di marciare insieme a tutti i settori sociali per una mobilitazione a tempo indeterminato a garanzia dei diritti dei cittadini.

Il violento arresto di Leonidas Iza e le politiche del regime di Lasso stanno portando a un'intensificazione delle proteste sociali, che il regime neoliberista pretende di placare con la repressione della polizia.

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