UK: il guerrafondaio BoJo cede alle pressioni e si dimette. In autunno arriva il nuovo Primo Ministro

07 Luglio 2022 12:41 La Redazione de l'AntiDiplomatico

La situazione è decisamente convulsa nel Regno Unito dove la crisi di governo ha raggiunto il suo culime. In seguito a una raffica di dimissioni nel suo gabinetto, il Primo Ministro Boris Johnson si dimetterà oggi dalla carica cedendo finalmente alla pressione delle dimissioni del governo.

Una fonte dal n°10 di Downing Street citata da Sky rivela che Johnson ha parlato con il presidente del Comitato 1922 dei conservatori, Sir Graham Brady, e ha accettato di dimettersi, mentre il nuovo leader dei conservatori dovrebbe essere nominato entro la conferenza del partito in ottobre.

Ma diversi parlamentari chiedono l'arrivo di un primo ministro ad interim per impedire a Johnson di guidare il paese fino all'estate.

Un portavoce del governo ha confermato che il premier farà una dichiarazione oggi, e il Paymaster General Michael Ellis ha detto ai Comuni che arriverà "a breve".

La conferma dell'abbandono di Johnson è arrivata quando il neo-segretario all'Istruzione Michelle Donelan si è dimessa dopo appena 36 ore di lavoro e il nuovo cancelliere dello Scacchiere Nadhim Zahawi ha detto al primo ministro di "andarsene subito".

Anche il segretario alla Difesa Ben Wallace ha confermato di aver ritirato il suo sostegno al premier e, in precedenza, il segretario all'Irlanda del Nord Brandon Lewis si era dimesso dal suo incarico.

l leader laburista Sir Keir Starmer ha dichiarato che è una "buona notizia per il Paese" che Johnson si dimetta, aggiungendo: "Sarebbe dovuto accadere molto tempo fa".

Ci sono state forti pressioni su Johnson perché si dimettesse, dopo più di 50 dimissioni da tutti i livelli di governo e ondate di deputati che hanno chiesto che se ne andasse.

La ribellione di massa è iniziata nella giornata di martedì dopo che Downing Street ha ammesso che il premier era a conoscenza delle accuse di comportamento inappropriato nei confronti dell'ex vice capogruppo Chris Pincher, caduto in disgrazia nel 2019, ma decise comunque di nominarlo a febbraio.

Prima dell'ammissione, i ministri del governo erano stati mandati a difendere Johnson in diretta, ad affermare che il loro capo non era a conoscenza di accuse "specifiche".

Pochi minuti dopo che Johnson si è scusato, affermando che la nomina di Pincher è stata un "errore", il segretario alla Sanità Sajid Javid ha annunciato le sue dimissioni, seguito rapidamente dal cancelliere Rishi Sunak.

Quanto avviene nel Regno Unito è stato sintetizzato efficacemente dal quotidiano della sinistra britannica ‘The Morning Star’ come «A ‘pathetic spectacle’».

L'accordo che Johnson si è alla fine rassegnato ad accettare, sull'onda dei contraccolpi dello scandalo Pincher, l'ultimo che lo ha toccato, e delle dimissioni di massa nella sua compagine, prevede che il Primo Ministro si dimetta oggi da leader del Partito Conservatore di maggioranza, riferisce Chris Mason, political editor della Bbc, rimanendo tuttavia primo ministro ancora per un po'.

Elezioni interne per la scelta di un nuovo leader Tory verrebbero infatti convocate durante l'estate, con l'idea che il vincitore o la vincitrice possa essere annunciata nelle prossime settimane e - automaticamente - subentrare poi a Johnson anche alla guida del governo britannico "in autunno".

Il Primo Ministro Boris Johnson è sicuramente uno dei leader più occidentali più contrari alla Russia e fautore di politiche guerrafondaie, tanto da spingere a preconizzare una rapida caduta di Vladimir Putin. Tuttavia è stato proprio a trovarsi defenestrato.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha commentato la vicenda Johnson definendo quanto accade un un risultato naturale di "arroganza britannica e politica mediocre".

«I "migliori amici dell'Ucraina" se ne vanno. La "Vittoria" è in pericolo! Il primo è andato... Il risultato logico dell'arroganza britannica e di una politica mediocre. Soprattutto sulla scena internazionale. PS Stiamo aspettando notizie da Germania, Polonia e Stati baltici», ha scritto nel suo canale Telegram l’ex presidente.

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