"La Francia non rispetterà le norme del Fiscal Compact". Brigitte Granville

Nel suo intervento per la Conferenza "Un'Europa senza euro" tenutosi a Roma sabato 12 aprile, l'economista francese Brigitte Granville ha affermato come la crisi della zona euro non vedrà una soluzione attraverso la cooperazione franco-tedesca e presto Berlino scoprirà il bluff della Francia.


Con l'Unione monetaria, spiega l'economista, Parigi voleva storicamente avere il controllo della poltica monetaria e della forza economica tedesca, promuovendo gli interessi francesi a livello mondiale ed eguagliando il peso degli Stati Uniti d'America. "Non ho dubbi che ci sia stato un forte impegno dell'élite francese all'Unione monetaria, ma questo non significa che sia pronta a sostenere dei costi", sostiene Granville. La Francia non pianifica, infatti, dei sacrifici e l'impegno si basa su una serie di anticipi dei benefici che i politici francesi vogliono ottenere a spesa zero. Cosa può succedere se ci sarà un giorno un costo da sostenere per restare all'interno dell'unione monetaria con la Germania?, domanda Granville.
E' quello che le élite francesi si stanno chiedendo ora che si avvicina l'applicazione del Fiscal Compact. Le norme fiscali, sostiene Granville, non verranno rispettate dalla Francia. E il motivo è che Parigi non deve farlo. Si tratta di una teoria economica molto semplice, quella del free rider, che è un atteggiamento insito e intrinseco che nasce da un'asimmetria: le riforme sono a beneficio delle élite monetarie e i costi sono solo a livello dei governi nazionali. Le tasse e la disoccupazione sono entrambi gli incentivi bassi a rispettare il Fiscal Compact. Il governo non può fare alcun trade-off e potrebbe rispettare il Fiscal Compact solo aumentando le tasse, il che creerebbe una fortissima protesta pubblica cui il governo non è pronto e che porterebbe alla perdita del potere per il presidente Hollande.


Le norme fiscali dell'Ume sono stati concepiti per evitare il free-riding, ma Parigi lo è di fatto perché - come si è detto per alcune banche americane nella crisi finanziaria - è "troppo grande per fallire". La migliore strategia del governo francese, per questo, è quella di non rispettare le norme fiscali e la Germania ha troppo timore di spingerla a fare.
Ma anche in relazione ai vincoli monetari, la Francia vorrebbe essere free rider per prendere possesso della Bce. Questo è divenuto possibile dopo l'annuncio di Draghi dell'Omt e la possibilità che possa essere azionato anche per le obbligazioni francesi. Il problema è che con l'Omt le elite francesi sarebbero dipendenti da un programma della troika simile a quelle imposte a paesi sotto salvataggio come Grecia e Portogallo. Ma questo inficerebbe su disoccupazione e reddito e non è accettabile per l'élite del paese per i stessi motivi del Fiscal Compact e quindi la Francia sfrutterebbe il suo essere "too big to fail" per non applicarle. Parigi può oggi rifinanziare il suo debito al momento e non ha bisogno dell'OMT - anche se con un deficit al 4,4%, con il 93,5% di debito e una crescita del Pil allo 0% la situazione resta molto complessa. Se i tassi d'interesse globali dovessero crescere per la politica di stabilizzazione della Fed, il debito francese inizierebbe a divenire insostenibile.
Ma il governo francese sarebbe free rider per evitare le condizioni di bailout attraverso l'Omt. Come reagirebbe a quel punto Berlino? Ha tre alternative, conclude Granville: o costringere la Francia ad adattarsi, o dare concessioni a Parigi ma che sarebbero impugnabili dalla Corte costituzionale; o, infine, arrendersi. Nei primi due casi le élite francesi inizieranno a parlare di smantellare la zona euro e "sarebbe la fine della moneta unica e io festeggerei con voi".

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