“Prendetelo non posso più sfamarlo”. Un padre disoccupato disperato entra così nell'ufficio delle imposte di Rodi


Un padre disoccupato disperato è entrato nell'ufficio delle imposte a Rodi con in braccio il suo figlio di un anno e mezzo e ha gridato: “prendetelo”. Di fronte ad un impiegato impietrito ha proseguito: “Non sono più in grado di alimentarlo”. Ad uno dei tanti greci ridotto all'indigenza da quattro anni di commissariamento della Troika, il giorno prima l'ufficio delle imposte aveva confiscato le 300 euro presenti nel suo conto bancario, soldi che erano stati versati dalla madre divorziata per il sostentamento del piccolo. Il blog Ktg riporta l'intera vicenda.
Il padre di 35 anni, uno delle centinaia di migliaia di disoccupati di lunga durata del paese, ha spiegato che senza quel denaro lo stato lo stava privando della possibilità di sfamare il suo bambino e di crescerlo con dignità.
Secondo la nuova legge sulla confisca per debiti in vigore in Grecia, gli uffici delle imposte possono automaticamente prelevare il denaro dai conti correnti dei debitori a meno che non si tratti di meno di 1500 euro e non siano registrati come “non confiscabili”. Dopo che il caso è divenuto nazionale per l'indignazione di tutto il popolo, l'ufficio di Rodi ha promesso la restituzione dei soldi, che avverrà con i famosi tempi tecnici del paese.
In una Grecia al collasso economico e sociale, lo stato sta procedendo a confiscare le ultime gocce di dignità rimasta alle decine di migliaia di debitori per necessità di sopravvivenza. Numeri e “surplus di bilancio” in un paese sotto commissariamento della Troika, del resto, sono più importanti dei destini degli esseri umani.
Ma per per le grandi cifre e i grandi debiti di banche e istituti, lo stato arriva sempre ad un compromesso: la scorsa settimana il governo di coalizione di Nuova Democrazia e Pasok ha fatto passare in Parlamento un nuovo regolamento che prevede che “il 40% dei finanziamenti pubblici ai partiti politici non possono essere confiscati”. Lo scrive reporter.gr. Secondo il principale partito d'opposizione SYRIZA, i debiti di Nuova Democrazia e del Pasok verso le banche ammontano a circa 300 milioni di euro.
Recentemente, il ministro dell'educazione Andreas Loverdos ha dichiarato che un istituto privato con debiti con lo stato di decine di milioni di euro ha trovato un accordo che prevede pagamenti di soli 160 euro al mese. Saranno morti (di fame) i nipoti di quei debitori disperati a cui oggi lo stato confisca i conti correnti e la Grecia non avrà ancora riottenuto tutti i soldi da quell'istituto.

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