Lavoro minorile, Samsung e tante belle parole

La situazione non migliora per il colosso coreano Samsung, scrive Olivier Petijean sulla rivista francese Basta!. L’azienda sudcoreana è ora alle prese con una denuncia in Francia per "pratiche commerciali ingannevoli". È indicata da un’associazione di consumatori britannici come uno dei marchi meno etici nel mondo. E' stata nominata per il Premio Pinocchio come "la società che ha condotto la politica meno trasparente". A forza di promuovere, solo a scopi pubblicitari, un "mondo migliore" senza vietare il lavoro minorile nelle sue catene di approvvigionamento, la sua fama ha cominciato ad essere gravemente intaccata.
Un’inchiesta di Cash Investigation, andata in onda il 4 novembre su France 2, ha dimostrato a milioni di telespettatori francesi come i loro smartphone vengono fabbricati da ragazze cinesi di 12 o 13 anni. Lavorano fino a 13 ore di fila, anche di notte, per conto di marchi come Huawei, Alcatel o WIKO. Si tratta di pratiche teoricamente illegali in Cina, ma che rimangono molto diffuse perché questa manodopera docile ed economica rende più facile rispondere alle richieste degli acquirenti.
L'indagine di Cash Investigation si è occupata della catena di approvvigionamento che dalle miniere di tantalio nella RDC rifornisce Samsung e i suoi concorrenti. Per ritrovare - tra gli altri – dei minori a lavoro. Le organizzazioni non governative avevano già identificato casi di lavoro minorile nelle miniere che forniscono Samsung o Apple di metalli come oro o stagno, essenziali per la produzione di smartphone, tablet e computer.
Quindi, quanti bambini lavorano per fare uno smartphone?
Le prime rivelazioni sulla presenza di bambini sotto i 16 anni nelle fabbriche cinesi della Samsung risalgono al 2012. Il marchio coreano si è imposto di minimizzare o negare i fatti, che sono in totale contraddizione con i suoi impegni etici . Nella sua relazione sulla sua politica di "sviluppo sostenibile" nel 2014, modestamente intitolata “Global Harmony ", il conglomerato coreano sostiene di organizzare controlli nelle fabbriche dei suoi fornitori cinesi, e di non aver mai riscontrato nessun caso problematico. Problema risolto dunque?
Purtroppo per Samsung, nuove indagini in queste fabbriche condotte nei mes di luglio e agosto 2014 hanno nuovamente scoperto, abbastanza facilmente, bambini sulle catene di produzione. "Dopo aver detto di aver ispezionato le fabbriche dei fornitori cinesi, Samsung ha riportato di non aver trovato alcun bambino sul posto di lavoro. Eppure, in un singolo impianto che rifornisce la Samsung, abbiamo identificato molti bambini che lavorano senza contratto di lavoro, per 11 ore al giorno e pagati solo 10 ore ", ha denunciato l'ONG China Labor Watch, che ha condotto l'indagine
Il lavoro minorile è solo la forma più estrema e la più eclatante della diffusa situazione di sfruttamento nelle fabbriche del settore dell'elettronica. I grandi marchi come Apple, Samsung e Nokia (Microsoft) fanno realizzare i loro dispositivi a subappaltatori poco noti al grande pubblico. Questi hanno stabilimenti in Cina in particolare, ma anche nel resto dell'Asia o dell'America Latina. ONG come China Labor Watch invia regolarmente i suoi ispettori in queste fabbriche per denunciare gli abusi sistematici contro i lavoratori: bassi salari, giornata lavorativa troppo lunga, cattive condizioni di salute e scarsa sicurezza sul lavoro, la mancanza di contratti, gestione autoritaria ... Il caso dei subappaltatori di Apple - Foxconn , Jabil Circuit e, più recentemente, NXP – ha occupato le cronache negli ultimi anni, ma nessun marchio è immune da questi problemi.
Di fronte alle accuse di gravi violazioni dei diritti dei lavoratori nelle fabbriche cinesi, Samsung si è accontenta di ricorrere ad un sistema di audit sociale per i suoi fornitori. Ma l'inefficacia di tali audit è stata rivelata dal momento che i committenti, i grandi marchi, non modificarono sostanzialmente le proprie pratiche commerciali.
Samsung è stata classificata come uno dei marchi meno etici del mondo da parte dell'organizzazione inglese Ethical Consumer.
Samsung ha anche certificato uno dei suoi smartphone come "socialmente responsabile" in Svezia! Tale carenza di comunicazione tra la "testa" di un business - codici etici, rapporti sullo "sviluppo sostenibile", certificazioni - e la realtà sul terreno è tollerabile? Non per Peuples Solidaires e Sherpa, che ha presentato una denuncia contro Samsung nel 2013 per "pratica commerciale ingannevole." "Gli impegni etici del marchio sono una pubblicità suscettibile di indurre in errore i consumatori francesi circa le condizioni dei lavoratori che realizzano i prodotti che essa commercializza", dicono le ONG.
Un'indagine preliminare è stata aperta dalla procura di Bobigny, e il processo è attualmente in corso. Nel frattempo, Peuples Solidaires ha lanciato un nuovo appello per fare pressione su Samsung affinché ponga fine al lavoro minorile nella sua catena di approvvigionamente. La socetà coreana è anche stata nominata per il premio Pinocchio 2014 nella categoria "Mani sporche, tasche profonde" che premia “la società che ha condotto la politica finanziaria più opaca, in termini di lobbying, o nella sua catena di approvvigionamento " .

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